Ddl commercio, Venturi: | "Governo disponibile al rinvio" - Live Sicilia

Ddl commercio, Venturi: | “Governo disponibile al rinvio”

"Il governo è disponibile ad un rinvio del disegno di legge di riforma del commercio alla commissione competente". Lo dice l'assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi. "Questo per consentire un ulteriore e più accurato approfondimento degli aspetti della legge
Aperture domenicali
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Si profila l’ennesimo stop per il disegno di legge che riforma il settore del commercio firmato dall’assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi. “Oggi pomeriggio chiederò formalmente – annuncia Salvino Caputo, presidente della 3^ commissione dell’Ars – che il ddl torni in commissione. Questa mattina avrebbe dovuto esserci una riunione con l’assessore e i capigruppo per trovare una sintesi alla luce di tutti gli emendamenti presentati, e invece l’incontro è saltato”.

Il testo in realtà era approdato a Sala d’Ercole già la scorsa settimana ma con una “coda” di 240 emendamenti, tanto da indurre Venturi a chiedere un rinvio della discussione per trovare un’intesa. Da qui la decisione dell’incontro fissato per stamani ma poi sfumato. “E’ un brutto segnale – spiega Caputo –. La settimana scorsa in aula avevamo deciso di vederci oggi: un incontro informale ma sostanziale. A quanto pare però si è ‘persa’ la paternità dell’incontro e nessuno sapeva più nulla. In queste condizioni il ddl non può andare in aula per la discussione, non ci sono le condizioni. Ci sono dieci articolo e quasi 300 tra emendamenti e subemendamenti… troppo. Troppe richieste di approfondimento, troppi emendamenti per andare avanti”.

Il ddl prevede come “regola ordinaria” la chiusura domenicale e festiva, non affidando questa scelta esclusivamente all’esercente. “Al fine di tutelare il diritto al riposo, alla salute e al godimento dei diritti civili e religiosi degli operatori del settore – si legge nel ddl – è obbligatoria la chiusura nelle seguenti giornate: 1° gennaio, Pasqua di Resurrezione del Signore, 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 1° novembre, 8 e 25 dicembre nonché per altre 32 domeniche e/o giornate festive”.

Sono tuttavia contemplate due modalità per consentire la deroga al regime ordinario. La prima consiste nella parziale modifica rispetto al regime ordinario (fermo restando l’impossibilita’ di apertura in occasione delle festivita’ maggiori e per almeno 32 domeniche) , deroga disposta attraverso le Camere di commercio, sentite le organizzazioni sindacali, senza particolari formalita’. La seconda prevede la convocazione di un’apposita conferenza di servizi da parte dell’assessore regionale alle Attivita’ Produttive a cui partecipano i comuni interessati e le rappresentanze datoriali e sindacali. Inoltre il disegno di legge prevede l’abrogazione della disciplina dettata in tema di “Comuni ad economia prevalentemente turistica e citta’ d’arte”.

Le questioni più spinose sono essenzialmente due: la prima è data dalle aperture domenicali, la grande distribuzione vuole restare aperta mentre i piccoli chiedono di rimanere chiusi. Altra nota dolente la competenza per stilare il calendario delle aperture, con lo scontro tra chi vuole affidarla alle Camere di commercio e quanti invece darebbero questo potere ai Comuni.

Parola dunque all’Aula, che si riunirà alle 16.

“Il governo è disponibile ad un rinvio del disegno di legge di riforma del commercio alla commissione competente”. Lo dice l’assessore regionale alle Attività Produttive, Marco Venturi. “Questo per consentire un ulteriore e più accurato approfondimento degli aspetti della legge – aggiunge – e per recepire, in linea di massima e laddove possibile, i suggerimenti e le richieste pervenuti provenienti dalle associazioni dei lavoratori di categoria e di quelle datoriali”. “L’obiettivo è quello di riuscire a trovare un percorso condiviso – osserva – che consenta di conciliare proprio le esigenze delle associazioni datoriali con quelle, altrettanto giuste, dei lavoratori. In questo senso, dopo essermi anche confrontato con il presidente della Regione, ritengo che questa sia la soluzione più corretta e mi auguro che anche l’Aula si esprima in tal senso”.

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