Nell’ultima settimana, in Sicilia, l’effetto Green Pass o quello che sia stato si è comunque avvertito. In una settimana – il dato è dell’ultimo weekend – c’è stato un più cinque per cento di vaccinati, secondo le notizie che filtrano dall’assessorato regionale alla Salute. Una crescita che può essere attribuita al certificato in vista del fatidico 15 ottobre, quando la certificazione sarà obbligatoria per i lavoratori.
Qui un sunto delle regole che entreranno in vigore, anche se bisognerà capire, da un punto di vista concreto, come sarà attuata la rivoluzione copernicana del Green Pass, in un clima che si presenta difficile e attraversato da diverse tensioni. Senza tirare in ballo gli scontri di Roma, che sono la patologia, c’è una linea del dissenso che corre sui social, una frattura visibile.
Ma intanto osserviamo la situazione dei vaccini: qualche non vaccinato si è convinto e forse anche qualche ‘no vax pentito’. La distinzione è chiara. I non vaccinati possono avere mille motivi soggettivi e diverse situazioni che provocano la paura del vaccino e perciò hanno bisogno di informazione chiare, autorevoli e di un colloquio con un medico. I no vax, invece, hanno un approccio diverso, anti-sistema. Parlano di complotti che non esistono e diffondono fake news che potrebbero avere conseguenze tremende in chi abbocca.
La Sicilia ha fin qui somministrato l’ottantacinque per cento delle dosi consegnate. Una percentuale da bassa classifica. Eppure, le occasioni ci sono. Si vaccina praticamente ovunque, anche a domicilio. C’è evidentemente una resistenza più forte che altrove. Secondo il report del governo, a livello regionale, è stato vaccinato (con due dosi) l’ottanta per cento degli over ottanta, come nella fascia 60-69. Ma già tra gli over cinquanta la percentuale scende al settantasei per cento e va via via a calare. Dati che non confortano in attesa di una possibile ripresa autunnale della pandemia.