Tra indagini, arresti e voti del Parlamento, la questione morale è tornata prepotentemente d’attualità. Da Roma alla Sicilia, sono diversi gli esponenti politici implicati in indagini della magistratura e che si ritrovano adesso nell’occhio del ciclone. Uno su tutti Alfonso Papa, il deputato del Pdl per il quale la Camera ha dato il via libera all’arresto. Il presidente della commissione Attività produttive dell’Ars, Salvino Caputo, si dice convinto che non sia una nuova Tangentopoli e che le responsabilità siano dei singoli, ma ammette che avrebbe votato sì all’arresto del collega di partito e che avrebbe preferito si dimettesse per non ledere l’immagine del Parlamento.
Onorevole Caputo, secondo lei è riesplosa la questione morale in Italia?
“Mi sembra doveroso, anzitutto, sottolineare un elemento che emerge da tutte queste vicende: indubbiamente non vi è una responsabilità dei partiti ma dei singoli soggetti. Questo non vuol dire che i partiti siano esentati da ogni colpa, perché inevitabilmente sono chiamati a una più rigorosa selezione della classe dirigente. Ma a chi fa accostamenti con Tangentopoli, dico che ci sono molte differenze. Siamo di fronte a un uso eccessivo e distorto dei ruoli di singoli esponenti politici, ma non c’è un coinvolgimento dell’intero sistema com’è stato per Tangentopoli”.
Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, nel suo discorso di insediamento ha parlato della necessità di rendere il vostro “un partito degli onesti”.
“Alfano si riferiva proprio a questo, è chiaro che i recenti fatti che hanno investito il Pdl o il Pd dimostrano che non ci sono partiti corrotti ma soggetti che hanno commesso errori personali”.
La questione morale coinvolge però anche l’Ars, che in quanto ad arrestati e indagati non ha nulla da invidiare a Roma…
“Ma anche all’Ars c’è una responsabilità personale. Cateno De Luca, per esempio, è stato rimesso in libertà e il caso si è sgonfiato quasi subito, la magistratura forse ha avuto troppa fretta. Ci sono situazioni che vanno valutate singolarmente, siamo in fase istruttoria e non ci sono ancora condanne. Certamente, queste vicende non fanno bene al Parlamento”.
C’è il rischio che le istituzioni perdano di credibilità agli occhi dei cittadini?
“Mi conforta il fatto che queste vicende non coinvolgono gruppi politici o partiti. Ma, come dicevo prima, i partiti hanno il dovere di effettuare un’attenta selezione della classe dirigente. Però è bene ricordare che, almeno in Sicilia, le responsabilità singole sono ancora tutte da accertare”.
Se lei fosse stato un deputato o senatore, come avrebbe votato per Alfonso Papa e Alberto Tedesco (senatore Pd)?
“Da avvocato credo nella presunzione di innocenza, sempre. Da parlamentare avrei votato per l’arresto in entrambi i casi. Nessuno dei due, però, avrebbe dovuto mettere in difficoltà il Parlamento, avrei preferito che si dimettessero per un principio morale, di etica politica. Sarebbe stato meglio che si fossero difesi davanti alla magistratura evitando inutili imbarazzi alle istituzioni”.