All’Assemblea regionale siciliana, il mese di aprile inizia giorno 12. Questo, almeno, è quello che ha deciso la presidenza dell’Ars alla fine della seduta “straordinaria” di sabato 31 marzo. Quella, per intenderci, nella quale si è certificata l’impossibilità di approvare in tempo bilancio e Finanziaria, e si è deciso di prolungare di un mese l’esercizio provvisorio.
Alla fine di quella sessione, appunto, ecco la decisione: i deputati torneranno a riunirsi il 12 aprile.Dodici giorni di “ferie”, insomma, in un momento nel quale dall’agricoltura alla Formazione, dalle partecipate ai precari, la situazione dell’Isola non è che sia propria rosea.
Ma già la scorsa settimana, dai corridoi di Palazzo dei Normanni, emergeva un’esigenza fondamentale: la campagna elettorale. Così, in attesa che l’assessore Armao chiarisca col governo nazionale le possibile “refluenze” di due sentenze della Consulta riguardanti la riscossione dei tributi in Sicilia, l’Ars si ferma. Per due settimane.
Intanto, il 9 aprile scoccherà il centesimo giorno del 2012. Quanto hanno lavorato i nostri parlamentari in questo periodo? Tralasciando gli impegni in commissione, le sedute d’Aula, in cento giorni, sono state 23. Una media di circa sette al mese. Un po’ meno di due a settimana. E dire che alla fine di marzo si era assistito a un’impennata: quattro sedute in sei giorni. Una persino il sabato. Roba da stakanovisti. Prima di allora, però, il ritmo è stato più blando. Cadenzato.
Intanto, l’anno è iniziato con la dovuta calma: il 10 gennaio. E anche ad andamento lento: dopo quella, una nuova seduta il 17 gennaio: tempo totale? Quello di una partita di calcio: poco più di un’ora e tre quarti per entrambe le sessioni. Una settimana dopo, invece, si torna in Aula per una seduta-fiume da tre ore e mezzo, seguita, per completare gennaio, da altre due sessioni da tre ore complessive in tutto. Insomma, a gennaio, le sedute d’Aula sono state solo cinque, per un totale di tempo trascorso in un mese tra gli scranni di Sala d’Ercole di circa 8 ore.
A febbraio si avvicinano le scadenze legate a bilancio e Finanziaria. Il governo mostra una certa sicurezza sulla possibilità di approvare i documenti in tempi rapidi. Ma c’è da lavorare. A febbraio, così, le convocazioni crescono rispetto al mese precedente: otto sedute per 14 ore e mezzo di Aula. Marzo, infine, è il “mese della verità”. Bilancio e Finanzaria “vanno” approvati. L’Aula lavora a ritmi diversi, più frenetici: nove le sedute complessive (una in più rispetto a febbraio), ma con una permanenza effettiva a Sala d’Ercole di venti ore effettive (non ingannino le sedute aperte in mattinata e chiuse la sera: per diverso tempo, i lavori sono rimasti “sospesi” e i deputati si sono spostati in Commissione, dove si decideva, ad esempio, la distribuzione dei contributi dell’ex Tabella H). L’ultima seduta di marzo, poi, è stato un caso “raro”: convocata di sabato, chiesta dal governo, e andata avanti tra le polemiche: altro che Finanziaria. Se ne dovrà parlare dopo pasqua. A quel punto, però, molti parlamentari hanno sospirato: “Adesso posso dedicarmi alla campagna elettorale”. Già, anche perché aprile, all’Ars, inizia giorno 12. Il giorno dopo la scadenza per la presentazione delle liste per le Amministrative.
“Non è la quantità, ma la qualità a fare la differenza”. Lo dicono in tanti, e spesso. Insomma, non sarà mica un “parametro orario” a dare conto dell’efficienza di un parlamento che si riunisce anche, ad esempio, nelle Commissioni. Già. Ma c’è, appunto, il concetto di “qualità” che, magari, potrebbe essere misurato sulla base delle leggi approvate dal parlamento. E da questo punto di vista, l’Ars si è “macchiata” di un peccato mortale: non è riuscita ad approvare bilancio (approvati gli articoli, manca il voto finale) e Finanziaria. Insomma, i due documenti per i quali, da un mese circa, tutto il resto si è fermato.
Così, il magro bottino raccolto in tre mesi di lavoro è costituito dall’approvazione di quattro disegni di legge: “Norme per il riconoscimento, la catalogazione e la tutela dei geositi in Sicilia”; “Lavori in economia nel settore forestale”; “Norme urgenti per il passaggio al digitale terrestre. Modifiche in materia di composizione del Comitato regionale per le comunicazioni” e “Norme concernenti le funzioni e gli organi di governo delle province regionali – disposizioni transitorie”. Leggi che non cambieranno il volto a una Sicilia caduta in una crisi profonda. Leggi approvate alla modica cifra di 4,2 milioni di euro: la somma degli stipendi dei 90 deputati e degli assessori del governo Lombardo, che spesso hanno disertato le sedute, rallentando i lavori dell’Aula. Un’Aula che già di suo, non sembra proprio amare la velocità.