Marco Zambuto tiene la poltrona di sindaco di Agrigento con il 74,71 per cento delle preferenze per 19.836 voti. Lo sfidante Totò Pennica, invece, ha ottenuto il 25,29 per cento per 6.716 voti. Il primo è stato sostenuto dall’Udc e dalla lista civica “Patto per il territorio”, il secondo, invece, gode dell’appoggio di Pdl, Mpa, Grande Sud, Fli, Cantiere Popolare e il movimento “Epolis”. Zambuto al primo turno aveva ottenuto il 39,71% delle preferenze, Pennica il 22,18%.
Fair play dello sfidante Pennica: “La città ha scelto e lo ha fatto con percentuali significative. A Marco Zambuto auguro buon lavoro. Io, da domani tornerò a fare l’avvocato, non farò certamente il politico”, ha detto con fair play il candidato sconfitto, attorno al quale si erano coalizzate al secondo turno anche le forze terzopoliste per battere il sindaco uscente. “Sono certo che Zambuto lavorerà per il bene di Agrigento. La mia candidatura non ha funzionato e mi dolgo soltanto di essere stato giudicato per quello che non sono”.
“E’ una grande emozione – ha commentato Zambuto – Oggi è la vittoria della città di Agrigento che ha dimostrato di voler essere libera dalle ammucchiate di potere, organizzate dall’onorevole Alfano. E’ stato un vero e proprio referendum ed Agrigento ha dato a tutti i deputati, espressi da questo territorio provinciale, un biglietto di non ritorno in questa terra”.
Poi la stoccata contro Angelino Alfano, responsabile “della grande ammucchiata del secondo turno”: “Deve prendere atto che oltre al quid gli mancano i voti”, ha commentato il sindaco riconfermato a proposito del segretario del Pdl, travolto nella sua città. Dichiarazioni che hanno suscitato le critiche di esponenti del Pdl come Salvatore Iacolino che hanno accusato Zambuto di scarso fair play.