Il successo conseguito a Venezia dal film “Baarìa” di Peppuccio Tornatore ed i consensi, la quantità e la qualità degli attestati di simpatia, registrati nell’opinione pubblica internazionale e nella maggior parte dei mass media, costituiscono un inconsueto “riconoscimento” del valore e dei valori (e… del modo di sentire) della Sicilianità.
Un “riconoscimento”, questo, che giunge molto opportuno nel momento in cui la identità culturale e la stessa lingua del Popolo Siciliano rischiano di essere cancellate, fra una lottizzazione e l’altra. L’FNS, infatti, ritiene che il successo condiviso del film ci autorizzi a sperare nell’inizio di un nuovo, ampio e significativo processo di rinascita della cultura siciliana.
Con la conseguente sensibilizzazione ad iniziative mirate alla tutela ed alla diffusione della Lingua Siciliana. Non a caso, le recensioni che hanno preceduto la presentazione di Baarìa hanno già inorgoglito e commosso i Siciliani residenti in Sicilia ed i Siciliani, molto più numerosi, della Diaspora.
Ci permettiamo di esprimere queste nostre opinioni senza volere strumentalizzare, in alcun modo, la valenza dell’opera cinematografica ed il relativo ruolo nel settore specifico. Ed, ovviamente, senza voler interferire con le “riserve”, con la “freddezza” e persino con le critiche feroci, con le quali alcuni noti giornalisti e critici hanno voluto – e forse dovuto – accogliere il film. Massimo rispetto anche per questi ultimi.
Puntualizziamo, tuttavia, che l’impostazione globale del film dovrebbe essere vista anche come un forte abbraccio ideale, nel quale Peppuccio Tornatore ha voluto stringere tutti i Popoli del Mondo. Con i quali il regista siciliano ha voluto e vuole condividere la forte emozione dell’uso della Lingua “materna”, intesa come valore universale. Dalla Sicilia con amore, insomma. Piaccia o non piaccia ai censori di turno.
Giuseppe Scianò