“L’Italia è uno dei principali bacini idrici d’Europa con 8.000 chilometri di coste bagnati dal mare, oltre 1.200 fiumi, più di 500 laghi tra invasi artificiali e naturali. Si stimano in circa 23 i milioni di metri cubi immagazzinati nel sottosuolo, acque invisibili”. Così il geologo Endro Martini e componente dell’Osservatorio sulle risorse Idriche del Distretto dell’Appennino Centrale rilevando che “servono progetti e cantieri per la mitigazione delle piene integrati con la mitigazione delle siccità (invasare acqua quando ne abbiamo troppa e restituirla quando ne abbiamo troppo poca) con programmi triennali finanziati insieme a programmi di periodica e costante manutenzione degli alvei fluviali, dei versanti collinari, delle reti idriche, dei tombini stradali”.
L’Italia “ha un quantitativo di piogge cumulate annualmente valutate in circa 302 miliardi di metri cubi, quantità superiori a quelle che cadono in altri paesi del resto d’Europa” prosegue il geologo spiegando che le acque immagazzinate nel sottosuolo “vengono in gran parte estratte ad uso civile ed irriguo. Dunque tra acque superficiali che scorrono nei fiumi e acque sotterranee ne abbiamo di acqua ma non riusciamo né ad immagazzinarla, né a gestirla quando ce n’è troppa”. Alla luce degli eventi siccitosi e alluvionali che hanno caratterizzato il 2022 nel nostro Paese, “l’acqua dovrebbe essere posta al centro delle strategie politiche di intervento, attraverso una governance decisamente più robusta rispetto a quella sino ad oggi avuta in Italia”, osserva Martini.