PALERMO – L’acquisto di un iPad poteva costare carissimo all’imputato. Alla fine la Corte di appello lo ha mandato assolto perché il fatto non costituisce reato. ll fatto era la ricettazione del dispositivo elettronico.
In primo grado M.L.V. era stato condannato a 4 mesi. L’avvocato Francesca Cellura ha fatto ricorso. In appello è passata la tesi difensiva secondo cui, l’imputato aveva comprato l’iPad di seconda mano per darlo alla madre malata.
L’accordo era che il venditore gli consegnasse i documenti che attestassero la provenienza. Visto che non gli venivano contestati lo restituì dopo appena due giorni.
Nel frattempo, però, aveva comunque usato l’iPad risultato rubato in un’abitazione. L’imputato aveva anche indicato il nome del venditore e non c’è prova che siano stati compiuti tutti gli accertamenti per rintraccarlo.
Alla fine, secondo la Corte di Appello, presieduta da Alfonsa Maria Ferraro, ha ribaltato il verdetto. Non c’è la prova che avesse consapevolezza che l’iPad fosse di provenienza illecita.