PALERMO – Il presidente Schifani compatta la maggioranza in vista del voto d’aula. La riunione con i segretari regionali e i capigruppo, convocata ieri a Palazzo d’Orleans, si conclude fumando un metaforico il calumet della pace. Schifani conferma la fiducia a tutti gli assessori e rinvia il rimpasto della giunta che aveva creato non pochi malumori che a livello più o meno carsico avevano attraversato tutti i partiti della maggioranza.
Scarpinato, Turano e Falcone per il momento sono salvi. Ma le generiche dichiarazioni di intenti servono a poco senza un’azione comune che va rilanciata. Già a partire da oggi quando il Parlamento siciliano tornerà a riunirsi per approvare il disegno di legge collegato rimasto congelato la scorsa settimana con l’implosione della maggioranza sull’emendamento Taormina.
Una ferita in parte sanata dalla riscrittura di un emendamento sul tema del sostegno finanziario ai Comuni nei territori dove ricadono i Parchi archeologici che porta la firma del presidente Schifani.
La mission è che ci sia piena compattezza in aula e che sia scongiurato il pericolo di sorprese di qualche franco tiratore. Per quanto riguarda la strategia di lungo periodo, la maggioranza punta le sue fiches sul disegno di legge che reintroduce le elezioni di primo livello nelle ex province. Il timing, dettato ieri da Schifani, indica potenziali elezioni nella prossima primavera. Oggi in aula si capirà quanto il chiarimento di ieri sera sia reale o di facciata.