PALERMO – “Guardi, non è vero, come sostengono gli amici della Cgil e della Uil, che abbiamo rotto l’unità sindacale sullo sciopero…”.
Sebastiano Cappuccio, segretario generale della Cisl Sicilia, passa direttamente al contrattacco. Il suo sindacato, a livello nazionale, non parteciperà allo sciopero generale indetto dalle altre due organizzazioni confederali. Qui spiega perché, tra Roma e la Sicilia.
Resta il fatto, segretario, che voi non ci sarete.
“Il punto è questo. Come Cisl, avevamo proposto a Cgil e Uil un percorso comune, una riflessione insieme. Loro hanno scelto, legittimamente, lo sciopero. Ma è la strada sbagliata”.
Perché?
“Perché bisogna spingere concretamente per migliorare l’economia e rilanciare il patto sociale, senza riversare ulteriori tensioni nelle aziende. E poi, sulla manovra del governo Meloni, noi diamo un giudizio articolato”.
Cioè?
“Non è la manovra ideale o quella che tutti avremmo voluto. Ma, in alcune parti, risponde a nostre precise rivendicazioni. Penso al taglio del cuneo contributivo, all’accorpamento delle aliquote Irpef, alle risorse per rinnovare i contratti ed altro. Ci sono elementi di coesione e poi c’è il confronto che resta serrato”.
Ma Cgil e Uil scendono in piazza…
“Noi saremo protagonisti di una mobilitazione nazionale il 25 novembre. Lo sciopero generale è l’ultima arma e non si può mettere in campo continuamente perché rischia di svilirsi e di incendiare le relazioni sindacali”.
Come vanno le cose in Sicilia, secondo voi?
“Siamo in ritardo su molti aspetti, dal Pnrr, alla Sanità, ai fondi comunitari. Chiediamo al governo Schifani di confrontarsi e di avviare il rilancio”.