CATANIA – Violenze contro la Polizia penitenziaria al carcere minorile di Catania Bicocca: è quanto denuncia Francesco Pennisi, consigliere nazionale per la Sicilia del Sappe, Sindacato autonomo Polizia penitenziaria. In una nota Pennisi denuncia tre casi di violenza da parte di detenuti.
Le violenze nel carcere minorile a Catania
L’ultimo episodio in ordine di tempo denunciato da Pennisi sarebbe avvenuto nella mattina di martedì 30 luglio, quando un detenuto, dopo il ritrovamento e il sequestro di due pen drive, si sarebbe scagliato contro un Assistente capo colpendolo con pugni e schiaffi e lanciandogli contro uno sgabello.
Il detenuto, informa la nota del Sappe, sarebbe stato subito immobilizzato dagli altri colleghi dell’Assistente capo, che è dovuto ricorrere alle cure mediche di un ospedale e ricevendo una prognosi di sette giorni per contusioni sparse.
Nel carcere minorile di Bicocca sarebbero avvenute almeno altre due aggressioni nell’ultima settimana, secondo la nota del Sappe. La scorsa settimana un detenuto avrebbe “costretto alle cure mediche – si legge nel comunicato – con relative prognosi di sette giorni, un Assistente capo e anche il Comandante, entrambi oggetto della furia incontrollata del delinquente”.
La sera di lunedì 29 luglio un uomo avrebbe dato fuoco alle suppellettili della sua cella. L’uomo, riferisce il Sappe, avrebbe “presunti problemi psichici”. Il comunicato continua: “Solo il tempestivo intervento del personale ha scongiurato che le fiamme e soprattutto il fumo tossico si propagasse per l’intera sezione, con grave rischio per l’incolumità degli altri ristretti e del personale stesso”.
L’allarme
“Il Sappe lancia l’ennesimo allarme – scrive Francesco Pennisi nel comunicato – questi ultimi eventi critici accaduti, dimostrano chiaramente che presso l’Ipm di Catania Bicocca vi sono in atto gravi problemi di ordine e disciplina che qualcuno continua ad ignorare, pensando forse di poter raggiungere l’obiettivo della ‘rieducazione’ senza avere il controllo della sicurezza”.
“Senza ordine e disciplina – prosegue Pennisi – i tanto decantati progetti rieducativi sono fallimentari. Prima di ogni cosa viene il rispetto per gli operatori penitenziari, in primis ovviamente per il personale di Polizia Penitenziaria, a cui va la totale solidarietà del Sappe, che ormai è veramente stanco e stufo di subire questo martirio quotidiano”.
“Gli organi istituzionali preposti – continua la nota – hanno l’obbligo di intervenire e porre in essere adeguate ed urgenti soluzioni, valutando anche eventuali responsabilità nella catena di comando. il datore di lavoro deve tutelare l’incolumità dei propri dipendenti”.
“Senza remora contro chi rappresenta lo Stato”
Sostegno alla protesta della Polizia penitenziaria di Catania arriva da Donato Capece, segretario generale del Sappe: “Come Segreteria Generale del Sappe ci attiveremo presso il Dipartimento per la Giustizia minorile e di comunità affinché le giuste proteste delle colleghe e dei colleghi di Catania e di tutta la Regione trovino attenzione e conseguenti provvedimenti”.
“Auspichiamo continua Capece – che i vertici del DGMC (il Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità) e del Centro regionale siciliano intervengano con celerità e si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere minorile e di chi esso lavora”.
“Ogni giorno – conclude Capece – giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, per adulti e minori, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato”.