Palermo, "ho magazzino ampio...": caccia al deposito della droga

Palermo, “ho un magazzino ampio”: caccia al deposito della droga

Le intercettazioni portano al rione Guadagna

PALERMO – “Mi telefonava Vincenzo Di Giovanni e mi diceva di andare a Falsomiele, in un bar “, ha messo a verbale il nuovo collaboratore di giustizia Angelo Esposito. Il suo racconto avrebbe trovato riscontro nelle intercettazioni dei finanzieri disposte dalla Procura di Palermo.

Gli uomini chiave

Vincenzo Di Giovanni e Vincenzo Adelfio, di 27 e 34 anni, sono considerati gli uomini chiave del blitz dello scorso giugno. Avrebbero gestito un grosso giro di stupefacenti – cocaina, marijuana e hashish -, a volte sfuggendo al rigido controllo di Cosa Nostra, specie dei mafiosi di Ballarò. I boss impongono forniture e tariffe, ma c’è chi attiva canali di compravendita sottobanco.

La “prova” della droga

Di Giovanni è stato intercettato mentre “testava” una partita di stupefacenti. Il fornitore con base nel rione Falsomiele avrebbe garantito sulla qualità del prodotto: “Vita tu cun me pоi stare tranquillu… è un prodotto buono… ca tu travagghi e nun si lamente nuddu…”. Nel dialogo spiegava di avere un magazzino per lo stoccaggio di hashish nel quartiere Guadagna: “.. nun l’haiu ca…iu stava steccannu chiddu… I’haiu a ù magazzinu… iu nun sugnu ra Guadagna…iu ci fazzu ù magazzinu sugnu ri tutta un’autra zuona…”.

Per dare prova della qualità fece una videochiamata: “Vita talia chi c’è…ti fazziu viriri… lo vedi…vedi… vita tu rissi…si buoi iu ù pigghiu puru uora…tu vaiu a piggiue ta puortu”.

Controllo qualità su Instragram

Non era l’unico a servirsi del cellulare. Anche un altro fornitore, che “veniva a portare del fumo, sempre da
Ciaculli o Brancaccio. Loro hanno dei programmi da Instagram in cui mettono le foto dei prodotti. Panetti di hashish o tronchi di erba. Nei cellulari di quelli che vendono questi prodotti”.

Il fornitore che cercava di ottenere la fiducia rilanciava: “Cu mia… sta tranquillo ca tu mi chiami cu mia… c’è siempre… noi avutri u magazzino l’aviemo… abbastanza ampio”.

Di Giovanni avvertì subito Adelfio. Cu fu un incontro a tre. Secondo i primi due lo stupefacente era “scoppiato” e “un poco scarsuliddu”, mentre il fornitore lo riteneva “spettacolare, nessuno si è mai lamentato”.

Il magazzino, il bar… i luoghi della droga

Alla mappa delle stazioni di posta della droga va aggiunta, dunque, un’altra tappa da individuare. Si tratta di un magazzino a Falsomiele che si aggiunge ai luoghi e alle persone già indicati da Esposito: un bar a Falsomiele, un magazzino a Brancaccio, “ai Ciaculli da una persona in un residence. Sui quarant’anni”, un uomo che ha “un’attività di rivendita di caffè. Me la faceva trovare dentro il bagno”, un giovane “in via Perez” o quel fornitore che fissava le consegne vicino ad un’attività commerciale, il cui titolare è totalmente all’oscuro, ad una manciata di metri dal Palazzo di giustizia di Palermo.

Esposito ha indicato i tipi di hashish commercializzati: “Mousse, che non dà fusione forte” e “si prende 350 euro cento grammi”, “Dry che dà fusione potente, anche 700 euro a panetto”, e il “puzzone, anche 500 euro un chilo,” che viene mescolato “con l’erba buona, Skunk” per aumentarne la qualità.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI