FIRENZE – I pm di Firenze Alessandro Crini e Giuseppe Nicolosi hanno chiesto l’ergastolo per il pescatore siciliano Cosimo D’Amato, a processo con rito abbreviato a Firenze con l’accusa di aver fornito il tritolo per le stragi mafiose di Roma, Firenze e Milano del 1993-1994. Il Comune di Firenze e la Regione Toscana, insieme al governo e a numerosi familiari delle vittime stamani in apertura di udienza si sono costituiti parte civile: non hanno presentato tale richiesta invece la Provincia di Firenze, così come Comuni e Province di Milano e Roma e le Regioni Lazio e Lombardia. D’Amato venne arrestato nel novembre 2012 con le accuse di strage, devastazione e detenzione di esplosivo. Per l’accusa recuperò il tritolo nei mari della Sicilia, prelevandolo da ordigni bellici inesplosi. L’esplosivo sarebbe stato usato anche negli attentati del ’92.
L’imputato era presente in aula. Dopo gli interventi dei pm e delle parti civili, il giudice ha aggiornato l’udienza a dopodomani, quando parlerà la difesa: nello stesso giorno, giovedì 23 maggio, a Firenze si aprirà anche l’assise d’appello per il boss Francesco Tagliavia, condannato in primo grado all’ergastolo con l’accusa di aver messo a disposizione il ‘gruppo di fuoco’ delle stragi. In base a quanto spiegò nel ricorso contro l’arresto, il difensore di D’Amato, l’avvocato Corrado Sinatra, ritiene che il pescatore siciliano non fosse a conoscenza dell’utilizzo che sarebbe stato fatto del tritolo, e le dichiarazioni dei pentiti che lo accusano, Gaspare Spatuzza e Pietro Romeo, non sarebbero sufficienti a dimostrare il contrario.
(Fonte ANSA)