BAGHERIA (PALERMO)– I militari della guardia di finanza di Bagheria, in provincia di Palermo, hanno scoperto, all’interno di un call center che opera nella ricerca di potenziali acquirenti di impianti di purificazione dell’acqua potabile per uso privato o aziendale, su un totale di 32 lavoratori, 18 lavoratori totalmente in nero e 13 irregolari, tutti italiani e molti di provenienza locale.
Dopo l’accesso presso i locali del call center, i finanzieri hanno identificato tutti i soggetti risultati effettivamente impiegati, richiedendo al titolare la documentazione comprovante la loro regolare assunzione ed i contratti di lavoro e riscontando, appunto, che solo la posizione di uno di loro era legittima. Oltre ai 18 impiegati assunti completamente in nero, per altri 13 sono emerse discordanze fra le risultanze formali e quanto effettivamente ricostruito dai finanzieri, che hanno riscontrato, in molti casi, che il personale percepiva uno stipendio maggiore di quello risultante dal contratto di assunzione, evidentemente pagato in parte “in nero” dal datore di lavoro e, in altri, l’effettiva prestazione di lavoro per orari maggiori di quelli contrattualmente previsti.
L’attuale normativa prevede in caso di impiego di lavoratori dipendenti senza la preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto da parte del datore di lavoro, l’applicazione della cosiddetta maxi sanzione da euro 1.500 a euro 12.000 per ciascun lavoratore. A questo importo è prevista, in aggiunta, una sanzione sino ad un massimo di 150 euro pro capite e per ogni giornata lavorativa “in nero” accertata in fase di controllo, nonché un’ulteriore quota di 250 euro per ciascun “mancato” contratto di lavoro e, quindi, per ogni lavoratore in nero. Nel complesso, l’ammontare complessivo della sanzione contestata al titolare del call center ammonta a circa 60.000 Euro, cifra che potrebbe raddoppiare, nel caso in cui la violazione non sia sanata entro 15 giorni successivi alla formale constatazione.