PALERMO – Due anni. Troppo pochi, secondo il giudice, per chiudere il conto con la giustizia. Rifiutata la richiesta di patteggiamento avanzata da Anna Giacalone, proprietaria della casa dove morirono folgorate Giovanna e Rebecca Pecorella, madre e figlia. Avevano 25 anni la mamma e appena un anno e mezzo la piccola.
Una morte assurda. L’anno scorso, nella borgata di Partanna Mondello, la donna aveva finito di fare il bagno alla bimba che fu raggiunta da una scarica elettrica non appena toccò il bordo della vasca. Il contatto fu fatale anche per la madre. Secondo l’accusa, l’impianto elettrico dell’abitazione non era a norma. In bagno mancava il filo di terra che avrebbe evitato la dispersione di corrente. Sarebbe stato tolto durante i lavori di rifacimento dell’impianto.
Nel registro degli indagati per omicidio colposo finirono la Giacalone, il genero elettricista Roberto Gambino e il padre di quest’ultimo, Giuseppe. La proprietaria di casa ha chiesto di patteggiare due anni. Una pena non ritenuta congrua dal giudice per l’udienza preliminare, Fernando Sestito.
Accolte nel corso dell’udienza le costituzioni di parte civile dei parenti delle vittime. A cominciare dal marito della donna, Alessandro Giordano. Sono assistiti dagli avvocati Vincenzo Pillitteri, Laura Sanfratello, Floriana Magro, Simona Catalano e Francesca Cellura.
Il Gup, però, non ha disposto il rinvio a giudizio della Catalano. Si è, infatto, riservato di trasmettere gli atti ad un altro giudice, Agostino Gristina, che sta valutando la posizione dei due Gambino. I due processi, in caso di rinvio a giudizio, potrebbe essere riuniti.
