A 33 anni dall’omicidio di Pio La Torre, pubblichiamo la sua biografia, tratta da “La mafia dalla A alla Z” di Angelo Vecchio. CLICCA QUI PER ACQUISTARE IL LIBRO
Segretario regionale del Partito Comunista in Sicilia, assassinato in via Generale Turba, a Palermo. Aveva cinquantacinque anni. Assieme a lui viene ucciso anche l’autista, Rosario Di Salvo. La Torre è l’uomo che dice ‘no’ alla logica delle tangenti ai partiti e punta alla trasparenza nella pubblica amministrazione, ma paga con la vita. L’agguato scatta la mattina del 30 aprile 1982, mentre si dirige con la macchina verso la sede del partito, in corso Calatafimi. La mafia decide la sua eliminazione perché in lui avverte una minaccia contro interessi colossali. Le sue battaglie erano note a tutti. Partivano dal primo dopoguerra, quando La Torre era impegnato nelle rivolte dei braccianti, che chiedevano le terre da lavorare. Ed era stato pure in primo piano durante le manifestazioni contro l’installazione del missili americani Cruise a Comiso. È stato lui a proporre l’inserimento nel codice penale del reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (articolo 416 bis) e la legge di confisca dei beni mafiosi. Cosa nostra gliel’ha fatta pagare, ma, dopo la sua morte, le due proposte sono diventate due leggi che portano il suo nome. Per il suo omicidio sono stati condannati definitivamente i vertici della cupola di Cosa nostra: Michele Greco, Totò Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Francesco Madonia e Nenè Geraci.