PALERMO – Un avviso si garanzia scuote la sanità siciliana. A riceverlo è stato Renato Li Donni, direttore generale del Policlinico, ma la vicenda riguarda un altro manager, Giovanni Migliore, che guida l’ospedale Civico. Ieri pomeriggio Li Donni era astato convocato in Procura per l’interrogatorio, ma ha fatto sapere che non avrebbe risposto preferendo, almeno in questa fase, consegnare una memoria tramite il suo legale, l’avvocato Renato Canonico. L’ipotesi contestata è il falso. Falso infatti sarebbe l’atto con cui, su richiesta dell’assessorato regionale alla Salute, Li Donni certificò che Migliore, dal 2002 al 2011, quando era in servizio all’ospedale universitario, era responsabile dell’unità operativa complessa “Sistema informativo aziendale”.
Responsabile lo è stato davvero solo che, secondo i carabinieri del Nas, non si sarebbe trattato di una struttura complessa. Non è un particolare di scarsa rilevanza, visto che per essere inseriti nell’elenco degli idonei da cui vengono scelti i direttori generali, la parentesi di cinque anni alla guida di una struttura complessa è un requisito fondamentale. Una struttura complessa è tale solo ed esclusivamente se prevista nell’atto aziendale e dipende da una serie di fattori, a partire dai numeri del personale e dal budget.
Nei giorni scorsi il pubblico ministero Luca Battinieri ha convocato Migliore in qualità di persona informata sui fatti. Non sappiamo cosa abbia dichiarato
Sappiamo, però, che nel fascicolo raccolto dai carabinieri c’è anche il curriculum digitale di Migliore. Curriculum che all’inizio, in una delle caselle, comprendeva l’incarico di “responsabile struttura complessa sistema informativo aziendale”. Successivamente la dicitura fu cambiata in “responsabile sistema informativo aziendale (considerato struttura complessa dal 2002 al 2010 e struttura semplice dal 2010 al 2011)”. C’è da dire che la creazione della struttura complessa in questione risale alle gestioni precedenti a quella di Li Donni e fu al centro di una querelle amministrativa.
Sono stati i sindacati, a cominciare dal Cimo, a sollevare la questione dei curriculum dei manager già esplosa con al sospensione del direttore sanitario dell’Asp di Palermo, Giuseppe Noto. Noto, però, è stato iscritto di nuovo nell’elenco degli idonei alla nomina a direttore sanitario e in quello degli aspiranti alla nomina a Direttore generale delle aziende del servizio sanitario della Regione. Lo ha stabilito un decreto firmato dall’assessore regionale alla Salute Baldo Gucciardi.
L’iscrizione del dirigente nell’elenco era stata sospesa dalla Regione dopo la revoca “per gravi emergenze” decisa dal direttore generale dell’Asp 6, Antonio Candela, a seguito delle verifiche sui titoli di Noto. A questo provvedimento era seguito anche quello dell’Ufficio procedimenti disciplinari dell’Azienda, che si era espresso anch’esso negativamente nei confronti del dirigente.
“E’ a nostra conoscenza che taluni candidati, tra questi alcuni nominati – tuonarono i segretari regionali di Aaroi – Emac, Anaao-Assomed, Cimo – Asmd, Cgil Medici Fp, Cisl Medici, Uil Medici Fpl, Fassid, Fvm, Fesmed in una nota congiunta – hanno dichiarato di avere maturato i prescritti 5 anni di direzione di struttura complessa mentre in realtà ciò non risponderebbe al reale sviluppo delle carriere professionali”.