PALERMO – Tra un po’, il capolavoro del governo Crocetta sulla Sanità potrebbe essere completo. Tra poco, il “merito” di eventuali nuove assunzioni nella sanità potrebbe essere… del Nuovo centrodestra. Ammesso che queste assunzioni si facciano davvero. Già, perché appare ormai evidente che, se i concorsi verranno mai sbloccati, sarà solo “merito” del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Quel ministro che dovrebbe concedere una sorta di “deroga” almeno per i contratti maggiormente necessari, quelli riguardanti l’urgenza.
Ma intanto, le assunzioni non partono. Come Livesicilia dice da quasi un anno. E non partiranno, se non verrà approvato il Piano. Lo ha candidamente ammesso, pochi giorni fa sul Giornale di Sicilia, lo stesso assessore Gucciardi: “A questo piano sono vincolati i concorsi. Chi frena sulla rete ospedaliera, blocca le assunzioni”. E al momento, la rete è bloccata. Anzi, da rifare. Sempre stando a quanto affermano i rappresentanti del governo regionale, Crocetta in testa: “Il Piano va rivisto, coinvolgendo i sindaci e i territori”. La pensa così anche il Partito democratico, che ha provato a “disinnescare” gli effetti del Piano, con una infuocata riunione di gruppo, alla quale seguirà un confronto, domani, tra il segretario regionale Raciti e gli esponenti della maggioranza.
Dovrà essere rifatto quel Piano, insomma, che secondo più di un manager, che ha anche riservatamente scritto all’assessore, è stato redatto con i piedi. Errori di valutazione, strafalcioni, decisioni illogiche. Queste le lagnanze giunte da più di un direttore generale.
Tutto da rifare, quindi? Non sarà facile. E non sarà nemmeno una strada breve. Insegnano qualcosa, del resto, i vecchi Piano ospedalieri, fatti e rifatti, di fronte a errori materiali ed esigenze elettorali dei deputati dell’Assemblea regionale. Una storia lunga, fatta di successivi tentativi di adeguamento ai parametri nazionali. Per ultimo, quelli del Decreto ministeriale 70. Il testo che, secondo il governo Crocetta, è “responsabile” dei tagli a pronto soccorso e reparti.
Ma anche in questo caso, dai documenti ufficiali emerge un’altra storia. Quella, cioè, di una Regione incapace di mettere insieme una rete ospedaliera compatibile con i parametri vigenti in tutta Italia. Fermo restando, infatti, come ha precisato il dirigente del Ministero Renato Botti, l’autonomia della Sicilia nella chiusura e apertura di reparti ovvero nelle decisioni “di dettaglio”, i governi Crocetta non sono mai stati in grado di portare al Ministero un Piano soddisfacente. Che potesse quindi, davvero, sbloccare anche le assunzioni.
Una trafila di errori, di mancanze, descritta impietosamente proprio dal dirigente del Ministero in uno dei documenti che rappresentano un carteggio riservato con l’assessorato alla Salute. “La Regione Sicilia ha adottato, sino a tutto il 2015, – scrive Botti – più provvedimenti che presentavano numerose incongruenze rispetto ai dettami del DM 70”. Il riferimento “temporale” (fino a tutto il 2015) chiama in causa, quindi, i due assessori che si sono divisi quell’anno solare: Lucia Borsellino (fino a fine giugno) e Baldo Gucciardi (da metà luglio in poi).
Quei piani, insomma, secondo il Ministero erano stati scritti male. “Le più rilevanti criticità – prosegue Botti – sono state: la frammentazione dell’offerta, causata anche da un’incompleta riconversione delle strutture esistenti in ospedali di comunità e da un parziale adeguamento agli standard del d.m. n. 70 del 2015 (caratterizzato da un continuo rinvio a successivi atti per l’adeguamento); la mancata tempestiva adozione di idonei provvedimenti per la riorganizzazione della rete di emergenza-urgenza (i tavoli di verifica hanno richiesto di adottare tali atti anche in coerenza con gli obiettivi prioritari dei programmi operativi di prosecuzione del piano di rientro); la mancata riorganizzazione dei punti nascita rispetto agli standard di sicurezza. In particolare, sono ancora presenti criticità rispetto ai requisiti e agli standard previsti dall’accordo della Conferenza stato-regioni del 16 dicembre 2010 sul percorso nascita”.
Un mezzo disastro. Con quel passaggio che fa riferimento al “continuo rinvio a successivi atti per l’adeguamento” che sembra mettere in luce l’improvvisazione delle scelte, soprattutto dei burocrati che a quel piano hanno materialmente messo mano. Gli stessi che dovrebbero scrivere il nuovo Piano, e in fretta. Senza quello, per ammissione dello stesso Gucciardi, niente assunzioni. Cioè addio, per il momento, alle cinquemila immissioni in ruolo che dovrebbero consentire agli ospedali di tornare in piena efficienza.
Assunzioni mai partite, come del resto previsto da questo giornale in tempi non sospetti. Poco meno di un anno fa.Giorni in cui manager solerti e ottimisti, oltre allo stesso assessore, davano per “imminente” lo sblocco delle assunzioni. E invece, adesso il rischio è che persino chi un concorso l’ha vinto, anni fa, resti con un pugno di mosche in mano. Ostetriche, infermieri, fisioterapisti e tecnici di laboratorio, ma anche diversi medici siciliani sparsi per la Penisola, da Bergamo in giù, rischiano di non tornare presto nell’Isola, nonostante le linee guida sui nuovi concorsi preveda proprio la priorità per le graduatorie già definitive in vista delle prossime assunzioni. In questo caso si parla di elenchi approvati già tra il 2010 e il 2011. Rimasti congelati in seguito al decreto Balduzzi che ha bloccato le assunzioni. Quelle graduatorie scadono il 31 dicembre. Tra tre mesi. I mesi nei quali la Regione dovrebbe sentire tutti i sindaci interessati, i cosiddetti “territori”, i manager delle aziende interessate, passare dal via libera dei sindacati, quindi da quello – mai scontato né semplice – della commissione Salute all’Ars dove in tanti già promettono battaglie e barricate, quindi dall’ok definitivo del Ministero. Per credere in quelle assunzioni, adesso, serve davvero una buona dose di ottimismo.