PALERMO – I numeri sono impressionanti. Quattrocento tonnellate di droga e 500 chili di cocaina sequestrati in tre anni per un valore di 4,3 miliardi di euro. Duecento persone arrestate. L’ultimo a essere individuato è stato Berhili Ben Ziane, marocchino, ritenuto il maggiore fornitore di hashish delle organizzazioni criminali che poi riforniscono l’Europa. A disporne l’arresto, grazie agli input forniti dal Nucleo di polizia tributaria della Finanza di Palermo, è stata l’autorità giudiziaria marocchina, ma il nordafricano è risultato irreperibile. In carcere, però, è finito il figlio Mostafa che ha cercati di corrompere la Gendarmerie marocchina con 250mila euro.
L’operazione, che ha portato anche al sequestro di circa 20 tonnellate di hashish, è l’ultima di una lunga serie. Coinvolte forze di polizia di Francia, Marocco, Grecia e Italia con la supervisione di Europol. Se ne è parlato nella sede del comando regionale della Finanza alla presenza del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, del comandante del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle Francesco Mazzotta, del rappresentante italiano a Europol Francesco De Donna, del comandante del reparto Antidroga Giuseppe Campobasso e di esponenti delle forze dell’ordine di Francia, Grecia, Spagna, della Dea americana e dell’ufficiale di collegamento italiano in Marocco.
“Il traffico di droga è di per sé un’attività illecita dai confini transnazionale”, ha detto Lo Voi che ha sottolineato l’importanza di una cooperazione tra Stati. Il lavoro sinergico tra gli investigatori ha input dalle Fiamme Gialle italiane che hanno individuato la nuova via dell’hashish. Dopo la caduta del regime di Gheddafi la droga, il cui primo produttore africano è il Marocco, passa per la Libia, crocevia di diverse attività illegali come il traffico di armi e di benzina. Dalla Libia, Paese in cui i controlli sono impossibili, arriva in Egitto e poi in Europa. Dal 2011 con il sequestro in acque trapanesi della motonave Adam, con 15 chili di hashish, le Fiamme Gialle hanno messo a segno decine di sequestri dando ai Paesi del Mediterraneo indicazioni per scoprire e sequestrare ingenti quantità di droga. Fin qui i capitoli investigativi noti, ma si lavora ancora.
A bordo delle navi cariche di droga sono stati individuati negli ultimi mesi personaggi legati alle mafie italiane. Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra fanno affari e farebbero la voce grossa, sfruttando i canali internazionali che hanno costruito nel tempo. A cominciare dagli anni Ottanta e Novanta quando i traffici riguardavano tabacchi e sigarette.