PALERMO – Il governatore aveva lanciato le sue crociate contro pannoloni e farmaci per l’osteoporosi, contro sprechi e costi di una Sanità finalmente moralizzata. E invece, stando alla Corte dei conti, da questo punto di vista non solo non è cambiato molto, ma anzi qualcosa è persino peggiorata.
Nonostante, hanno spiegato i giudici contabili nell’audizione di pochi giorni fa in Commissione bilancio all’Ars, i toni ottimistici dell’ultimo Documento di economia e finanza presentato dal governo regionale. Un documento che, annotano le Sezioni riunite presiedute da Maurizio Graffeo, evidenzia “i risultati positivi” ottenuti nella riqualificazione del Sistema sanitario regionale.
La spesa farmaceutica
“Tuttavia, – si legge nella relazione della Corte sul Def – sulla base di quanto rendicontato negli ultimi verbali redatti a seguito delle periodiche riunioni del Tavolo Tecnico ministeriale, emerge che la Regione non ha ancora integralmente trasmesso i richiesti chiarimenti istruttori già ripetutamente sollecitati nel corso delle ultime verifiche”. In particolare, spiegano sempre i giudici contabili, in Sicilia, nonostante le battaglie di Crocetta, negli ultimi anni è cresciuta la spesa farmaceutica che “nell’anno 2015, – si legge sempre nella relazione – risulta superiore a quella fissata dall’apposito tetto per il predetto anno così come la spesa farmaceutica ospedaliera; i predetti inadempimenti potrebbero essere giustificati in considerazione delle entrate registrate nel medesimo anno per i ticket farmaceutici e dell’equilibrio economico complessivo rendicontato”.
Insomma, la spesa farmaceutica cresce. Ma non solo. Il Tavolo tecnico ministeriale, annota la Corte dei conti, con riferimento al programma operativo 2013-2015 ha evidenziato “rilevanti criticità”. E le difficoltà della Sanità elencate sono davvero tante. E riferite “ai dati delle prescrizioni di alcune categorie di farmaci, alla documentazione relativa allo stato delle procedure di accreditamento delle strutture socio- sanitarie, alla rendicontazione dei contratti stipulati nell’anno 2015 con le strutture private erogatrici di assistenza ospedaliera e di assistenza specialistica ambulatoriale nonché, per l’anno 2016, alla fissazione dei tetti di spesa e alla predisposizione degli schemi di contratto, alla trasmissione del piano di riorganizzazione dell’Ismett, alla necessità di una più analitica documentazione sulle attività di prevenzione nel settore oncologico, alle opportune iniziative da assumere in materia di sanità veterinaria e allo stato di attuazione delle prescrizioni relative al percorso nascita”.
Concorsi e personale
La Corte dei conti torna poi sul tema dei concorsi nella Sanità. Già in occasione del giudizio di parifica e in altre occasioni aveva invitato il governo regionale a una certa cautela. Un concetto in parte ribadito in questa relazione: “Si può ancora riaffermare che l’avvio di nuove procedure concorsuali dovrà essere preceduto dalla definizione dell’effettivo fabbisogno”. Un fabbisogno di personale che dovrà rispettare i vincoli del Decreto ministeriale 70 e ovviamente delle leggi vigenti. Ma i giudici contabili puntano il dito contro la spesa “relativa ai contratti a tempo determinato”. Questa ha superato i limiti previsti dalla legge. E anzi, fa notare la Corte, nel 2015 i costi sono aumentati rispetto all’esercizio precedente. Il classico cane che si morde la coda: i concorsi sono fermi e per garantire il personale si opera tramite contratti a tempo determinato.
I costi di beni e servizi
C’è un altro aspetto sul quale la Corte dei conti fa luce, svelando un altro dei bluff del governo Crocetta: la sua lotta ai costi della Sanità, alle spese per l’acquisto di beni e servizi. Se, infatti, finalmente quest’anno ha visto la luce la Centrale unica di committenza, i presunti tagli sbandierati dal governatore sembrano non esistere affatto. “I dati emersi in occasione del giudizio di parificazione del rendiconto per l’esercizio 2015 – si legge nella relazione – evidenziano, sulla base di quanto attestato nel preconsuntivo e nel consuntivo, l’incremento della spesa relativa all’acquisto di beni e servizi”. La spesa cresce, quindi. E tutto questo a causa dell’eccessivo “ricorso a proroghe e rinnovi contrattuali oltre che ad acquisti autonomi senza avvalersi della procedura Consip e delle altre forme di acquisto centralizzate”. Altro che risparmi e tagli, quindi. E la situazione non sembra migliorare nel 2016. I dati del primo trimestre evidenziano “un risultato di esercizio negativo ed un incremento dei costi”. La Sanità siciliana è ancora malata.