PALERMO – “Il Pd perde perché non è più di sinistra. Basta col dire che si perde perché la sinistra è spaccata: il Pd ha perso anche dove si era uniti. Eliminando con una cesura netta le minoranze, il Pd non è più un partito di sinistra. Ormai è PdR: partito di Renzi”. Lo ha detto il leader di Liberi e Uguali Piero Grasso a margine della manifestazione organizzata a Palermo per la presentazione delle liste elettorali. “L’unico partito di sinistra è il nostro”, ha aggiunto. “Si dice che la politica ha bisogno di un rinnovamento e noi ci stiamo provando. Le persone che vengono dalla società civile, dalla cittadinanza attiva hanno una maggiore attrattiva e godono di un maggiore consenso”, ha proseguito Grasso, a proposito della presenza nelle liste del partito di “personalità” nuove, alcune anche alla loro prima esperienza politica.
“Mi candido nel collegio uninominale di Palermo. Mi candido nella mia città e accetto la sfida mettendoci la faccia”, ha detto Grasso che, pensando al voto del 4 marzo, ha aggiunto: “Non mi concentro sulla soglia di sbarramento. Quello che mi preme è realizzare un programma di sinistra da cui i cittadini si sentano rappresentati e garantiti. Ci auguriamo davvero un risveglio delle coscienze, un ritorno al voto per garantire a questo Paese il cambiamento decisivo di cui ha bisogno”, ha aggiunto, ricordando il massiccio astensionismo che ha caratterizzato le ultime elezioni regionali in Sicilia, dove solo il 49% degli aventi diritto ha votato.
Riportare la questione del Mezzogiorno al centro dell’agenda politica: è uno dei punti del programma di LeU illustrato dal leader Piero Grasso durante la presentazione delle liste elettorali a Palermo. Grasso ha ricordato i dati allarmanti sulla povertà e sulla crisi in Sicilia. “Metà della popolazione siciliana vive in famiglie a rischio povertà”, ha detto. La disoccupazione è più del doppio rispetto al resto d’Italia, qui abbiamo il maggior numero di giovani che non studia e non cerca lavoro e il più basso numero di occupati d’Europa. Ogni anno dalla provincia di Palermo se ne vanno 10 mila persone: laureati, persone in cerca di lavoro”. “E’ una fotografia drammatica che non si risolve con gli slogan”, ha aggiunto. “Servono investimenti e una programmazione seria”. Grasso ha auspicato il ripristino della clausola Ciampi che imponeva che 45% finanziamenti pubblici fossero investiti nel Mezzogiorno. “Serve – ha concluso – una regia nazionale dei fondi comunitari visto che la Sicilia non riesce a spenderli”.