PALERMO – Una carriera musicale lunga trenta anni, 12 album e 11mila persone che li attendono il 10 aprile al Forum di Assago per una data sold out già da tempo. Hanno riarrangiato brani, cambiato look e sound, e anche alcuni membri della loro formazione nel corso degli anni. Sono i portabandiera dell’alternative rock italiano: gli Afterhours, che si sono esibiti ieri ai Candelai di Palermo. Un secret-show (concerto tenuto segreto inserito nel calendario della stagione e per il quale inizialmente si sono venduti biglietti al buio) che è stato svelato solo una settimana prima dell’evento, andato subito sold out in pochissime ore, non appena Fat Sounds ha rivelato il nome del gruppo milanese.
La band composta da Manuel Agnelli (leader e voce del gruppo e oggi anche giudice di X Factor), Roberto Dell’Era (basso), Rodrigo D’Erasmo (violino, tastiere) Xabier Iriondo(chitarra), Fabio Rondanini (batteria) e Stefano Pilia (chitarra), e messa in piedi dallo stesso Agnelli nel 1987, ha scelto la Sicilia(nello specifico Palermo e Catania dove la band si esibirà il 4 aprile al Teatro Coppola) come ultima tappa prima della data conclusiva di Assago, che chiuderà il tour, aperto quest’estate e che ha toccato 15 città italiane. Tournée ribattezzata con #Afterhours30SummerTour proprio per celebrare il trentennale della carriera. Alla data milanese sarà presente anche un pezzo di storia della band: Dario Ciffo, Giorgio Prette, Lorenzo Olgiati, Andrea Viti, Paolo Mauri, Cesare Malfatti, e Alessandro Pellizzari.
I loro testi, dal forte impatto emotivo e dal forte coinvolgimento sociale, la voce di Agnelli e la capacità di mischiare un rock aggressivo a un rock melodico li hanno fatti scalare i vertici delle classifiche rendendoli unici nella scena musicale del rock italiano; e in un periodo in cui siamo abituati ad avere un tipo di musica usa e getta, destinata a non perdurare, gli Afterhours oltre che simbolo del rock italiano alternativo, sono anche simbolo di una band che resiste al tempo, e ne hanno dato prova.
Quello dei Candelai è stato un concerto che ha ripercorso tutti i brani salienti di questo trentennio; un piccolo assaggio di quello che ci sarà ad Assago, che i palermitani più fortunati hanno avuto il privilegio di ascoltare. Aperto una ventina di minuti dopo l’orario previsto (21,30 era previsto l’inizio) gli Afterhours hanno fatto sin da subito tremare il palco.
Agnelli, giubbotto di pelle e pantaloni in rigoroso look total black, fa sentire sin da subito la sua voce acida e ruvida insieme alla sonorità violenta della chitarra elettrica sulle note aggressive di “Dentro Marilyn” che apre lo show. Si prosegue con “Strategie”, “Germi”, “Ossigeno” e “Sangue di giuda” che fanno vibrare, letteralmente, il palco (balconata compresa). Per poi passare a ballate più (pop) melodiche e sofferte come “Non voglio ritrovare il tuo nome”, “Ballata per la mia piccola iena”, “Pelle”.
Il concerto – intervallato da pochissimi minuti di pausa – prosegue con brani più intimi come “Quello che non c’è” dove la voce del leader si fa delicata e calda riuscendo a ricreare un’atmosfera quasi segreta e confidenziale, seppur in un’atmosfera tutt’altro che intima. La scaletta alterna, pur non seguendo un andamento cronologico, un sound aggressivo e urlato a uno più nostalgico e struggente (“Bianca” e “Non è per sempre”); altra breve pausa e poi impazza sul palco un Manuel scatenato che dà prova di ragguardevole attitudine da rocker facendo volteggiare il microfono e schitarrando proprio come se il tempo non fosse passato. In prossimità di chiusura si fa sentire, invece, la sonorità graffiante delle corde di violino di Rodrigo con “Male di miele”. Non potevano mancare “Bye bye Bombay” e “Ci sono molti modi”, canzone con la quale finisce il live.