SIRACUSA – “Stiamo appurando se c’è discrepanza tra quello che è stato autorizzato e quello che è stato sinora realizzato. Qualora fossimo di fronte a una struttura invasiva che inibisce il decoro e la visione della fronte del Castello Maniace, dovremmo intervenire per ripristinare i luoghi”. Le parole dell’assessore regionale ai Beni culturali, Sebastiano Tusa, accompagnano la decisione di inviare gli ispettori a Siracusa, dove da giorni monta la polemica sulla concessione e successivi interventi ‘borderline’ della ex piazza d’armi antistante il Castello Maniace, opera federiciana che caratterizza la punta estrema di Ortigia. E come se non bastasse, nel frattempo, arrivano pure i carabinieri a verificare le autorizzazioni amministrative alla base dell’opera in corso di realizzazione, nonché l’appalto tra committente ed imprese esecutrici. E trovano tre operai in nero, sospendono due ditte ed elevano multe per 22mila euro.
Tutto nasce da un bando, anch’esso contestato da ambientalisti e non solo, del demanio dello Stato, titolare dell’area, con cui si concede il sito a privati per la sua fruizione. Al centro delle polemiche finiscono soprattutto le autorizzazioni della Soprintendenza e i successivi nulla osta degli uffici comunali, che consentono il nascere di quella che i siracusani hanno già ribattezzato come “l’astronave”, una struttura che dovrebbe ospitare una caffetteria all’ingresso del sito. Visibile sin dall’esterno del luogo, per i più polemici nasconderebbe la vista del mare, quando solo pochi anni fa la stessa soprintendenza fece abbattere le case basse del vecchio casermaggio proprio per riottenere un’apertura sul porto di Siracusa. Sale aggiuntivo sulle polemiche, il fatto che a presiedere l’ufficio ‘Ortigia’ del Comune, che rilasciò i nulla osta decisivi per le realizzazioni contestate, vi fosse l’allora vicesindaco, oggi sindaco, Francesco Italia.
Le polemiche hanno quindi aggredito la nuovissima amministrazione comunale, ancor prima che si insediasse. Come se non bastasse per i contestatori la struttura sarebbe stata fissata al suolo, mentre la concessione prevederebbe solo strutture provvisorie: se così fosse sarebbe in contrasto con il piano regolatore di Ortigia e pertanto avrebbe dovuto essere soggetta a concessione edilizia o a una variante allo strumento urbanistico, che si può ottenere solo passando dal consiglio comunale. Cosa che non è avvenuta.
Sulla vicenda anche un esposto in Procura: lo ha presentato l’avvocato Aldo Ganci, commissario provinciale del Movimento nazionale per la sovranità. Secondo Ganci la gara avrebbe violato i principi di trasparenza: tra la presentazione del bando, senza avviso, e la sua scadenza, sarebbero passati meno dei 30 giorni a norma di legge. E così, l’eco delle polemiche e l’imbarazzo di questa ‘astronave’ che comincia a vedersi da fuori, è arrivato a Palermo negli uffici dell’assessorato ai Beni culturali. Fino a spingere l’assessore Tusa a inviare gli ispettori che hanno cominciato stamattina il loro lavoro tra le carte autorizzative della Soprintendenza. Lunedì sarà la volta del sopralluogo vero e proprio, per visitare la nascente struttura, e sabato prossimo tutto culminerà nel faccia a faccia tra Tusa e la soprintendente Rosalba Panvini nella locale Soprintendenza.
“Data la autorevolezza, la serietà e la bravura della dottoressa Panvini – ha anticipato Tusa – mi sembra difficile che abbia fatto errori nel dispositivo autorizzativo. Quello che può essere successo è che ci sia una discrepanza tra quello che è stato autorizzato e ciò che è stato realizzato: questo dovremo appurare. È già partito il lavoro dei nostri ispettori, il 21 sarò lì a rendermi conto personalmente. È dovere mio – ha proseguito Tusa – stabilire insieme al dirigente generale Sergio Alessandro quanto sta accadendo: se l’opera è invasiva e inibisce il decoro della fronte del castello Maniace interverremo per ripristinare i luoghi, altrimenti se è in linea con quanto già fatto nel passato (già utilizzato per spettacoli, ndr) rientrerà tutto nella normalità”. Nel frattempo sono arrivati i carabinieri. A questo punto è solo un dettaglio che attiene alla sfera contributiva e fiscale che abbiano trovato tre operai in nero, sospeso due delle cinque ditte a lavoro ed elevato sanzioni amministrative per 14mila euro e ammende per otto. L’attesa è per la verifica, che avverrà nei prossimi giorni da parte dei militari dell’Arma, di autorizzazioni e regolarità nell’appalto tra committente e imprese esecutrici