Governare e riformare,| anche senza leggi - Live Sicilia

Governare e riformare,| anche senza leggi

La semplice attuazione delle norme vigenti consentirebbe di realizzare da subito una profonda riforma del sistema regionale

Diritti e doveri
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Tutti gli studi, le analisi, le relazioni di centri di ricerca, autorità indipendenti e magistrature evidenziano la situazione di estrema difficoltà del contesto economico e sociale siciliano e la necessità di apprestare tempestivamente idonee soluzioni.

Negli ultimi anni, invece, gli equilibri parlamentari fragili ed instabili e la conflittualità di maggioranze parlamentari numericamente esigue hanno limitato l’attività di governo regionale alla gestione corrente e all’adozione di poche leggi, poco e male attuate e in certi casi stroncate da pronunce di illegittimità costituzionale.

Le diverse riforme del sistema di gestione dei rifiuti hanno prodotto consistenti buchi di bilancio a carico degli enti di gestione e dei comuni, lunghe sospensioni del servizio e disagi ai cittadini, la riforma delle province ha paralizzato la fornitura di servizi e prestazioni essenziali ed è incappata nella censura della Corte costituzionale, così come diverse disposizioni in materia di urbanistica, appalti e rifiuti, la riforma della contabilità che avrebbe dovuto contribuire a risanare i bilanci pubblici, razionalizzare la spesa e arginare l’emorragia di risorse provocata dalle società controllate è stata attuata solo in parte, quella della formazione professionale è stata in buona misura disapplicata dalla giurisprudenza amministrativa, la soppressione di enti, agenzie e consorzi che gravitano nell’orbita regionale è sostanzialmente rimasta lettera morta.

Il nutrito elenco di riforme fallite o incompiute consegna la percezione di una Regione incapace di seguire il ritmo dell’evoluzione economica e sociale, e suggerisce che in un contesto in perenne emergenza e caratterizzato da equilibri politici fragili, come quello siciliano, i progetti di ripresa e sviluppo non possono essere affidati esclusivamente ad impegnative leggi di riforma (spesso abortite, inattuate o controproducenti) trascurando l’attuazione e l’applicazione delle norme vigenti.

Le leggi, soprattutto nelle fasi di forte instabilità politica, richiedono tempi lunghi e, per quanto possa avvertirsi l’esigenza di riforme radicali, le emergenze nei principali ambiti di attività regionale, dall’abusivismo edilizio alla gestione dei rifiuti, originano dalla inattuazione o dalla violazione delle norme vigenti, e possono quindi essere affrontate attraverso l’utilizzo proficuo degli strumenti di controllo, monitoraggio, sanzione che spettano alle autorità regionali.

L’asfissiante burocrazia che danneggia i cittadini ed ostacola la competitività del sistema produttivo regionale potrebbe essere efficacemente contrastata attraverso la “semplice” applicazione delle norme che prevedono la conclusione dei procedimenti amministrativi entro 30 giorni (salvo i più complessi), il divieto di richiedere pareri inutili e documenti già in possesso di amministrazioni pubbliche, il ritiro dei provvedimenti illegittimi, ingiusti o inopportuni, la sostituzione di molti provvedimenti con accordi con i privati o altre amministrazioni, la conclusione in conferenza di servizi entro 45 o al massimo 90 giorni dei procedimenti che coinvolgono più amministrazioni, la riduzione dei passaggi burocratici attraverso il silenzio assenso e il sistema degli sportelli unici, la valutazione delle performance di dirigenti e dipendenti per renderli responsabili dei risultati raggiunti dalla propria struttura in relazione ad obiettivi concreti, pagamenti alle imprese entro termini ragionevoli.

La corretta applicazione delle procedure di accertamento e riscossione e delle norme sul procedimento amministrativo e sulla valutazione delle performance sarebbe certamente un valido antidoto contro l’inefficienza della gestione del patrimonio regionale, che produce modesti introiti a fronte di beni che generano un consistente giro d’affari e dilata la durata dei procedimenti di concessione dei beni pubblici ben oltre i termini prescritti, con record di 4, 5 e persino 10 anni a causa di richieste di pareri e documentazione non necessaria, ritardi nella definizione delle attività istruttorie ecc.

La riforma della rete ospedaliera costituisce un passaggio indispensabile per la riorganizzazione dei servizi sanitari, ma per incrementare l’efficienza delle prestazioni e ridurre gli sprechi basterebbe il rispetto delle norme sugli acquisti di beni e servizi, sul controllo delle prescrizioni, sulla riduzione delle liste di attesa, sulla promozione dell’attività ambulatoriale e dei regimi di ricovero alternativi a quello ospedaliero, e l’effettiva applicazione dei sistemi di monitoraggio e controllo sul conseguimento degli obiettivi e delle norme sulla responsabilizzazione dei manager e del personale, che prevedono premi per chi merita e sanzioni per gli inefficienti.

La gestione dei fondi strutturali europei può essere resa più efficiente attraverso l’adozione dei più diffusi strumenti di valutazione della qualità dei progetti, lo snellimento delle procedure, il rafforzamento delle capacità tecniche delle amministrazioni coinvolte, efficaci forme di coordinamento tra gli apparati burocratici, l’eliminazione di adempimenti e controlli inefficaci.

Prima di qualsiasi riforma delle società partecipate è indispensabile garantire il rispetto dei meccanismi di gara per l’acquisizione di beni e servizi e delle regole sulla spending review, sui concorsi, sulla trasparenza della gestione e dei bilanci e sulla prevenzione della corruzione.

Il contenimento della spesa passa anche dall’adozione di misure di razionalizzazione dei rapporti di pubblico impiego e della struttura burocratica regionale, attraverso la contrattazione collettiva ed altri interventi di natura non legislativa segnalati da anni dalla Corte dei conti per ridurre in tempi rapidi gli sprechi e liberare risorse da destinare allo sviluppo o ad interventi sociali concreti ed efficaci.

L’incapacità del sistema regionale di formazione professionale di offrire opportunità ai giovani dipende principalmente dalla qualità dei progetti formativi e della didattica, che può essere garantita attraverso misure non legislative di selezione dei formatori e dei contenuti ed il controllo delle attività.

La semplice attuazione delle norme vigenti consentirebbe di realizzare da subito, indipendentemente dalle turbolenze di natura politica, una profonda riforma del sistema regionale, che lo renderebbe molto più efficiente e competitivo, con notevoli riduzioni di spesa e benefici per cittadini e imprese.

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