PALERMO – È stato un errore di persona, ma non è stato facile dimostrarlo. Ci sono riusciti i difensori di Rosolino Chifari, chiamato dinanzi al giudice di pace perché, secondo l’accusa, non si era fermato all’alt dei carabinieri. “Non ero io e non avevo alcun motivo personale e professionale per andare a Marsala”, si è difeso l’uomo. Alla fine gli è stata annullata una multa da 861 euro e 66 centesimi.
Alle 10:55 del primo giorno di marzo dell’anno scorso i carabinieri mostrano la paletta ad uno scooterista in via Trapani, a Marsala. L’uomo non rispetta l’alt e tira dritto. I militari non lo rincorrono. Qualche mese dopo Chifari si vede recapitare una contravvenzione nella sua officina di viale Regione Siciliana, a Palermo. C’era lui, secondo i militari, in sella allo scooter. In effetti Chifari possiede un Beverly che, però, giura sia fermo da oltre un anno.
Non basta per evitare la multa. Gli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci davanti al giudice di pace di Marsala si presentano con lo scontrino di un pagamento effettuato con un bancomat aziendale intestato ad ”Aurocarrozzeria Chifari” di cui il titolare è l’unico beneficiario. Rosolino Chifari alle 11:11 ha usato la carta per saldare il conto in una stazione di servizio a Palermo.
Pure i tabulati del suo telefonino dimostrano che l’uomo si trovava a Palermo il giorno in cui i militari annotavano, evidentemente in maniera errata, il numero di targa dello scooter. Poi, il caso ha voluto che davvero Chifari possedesse un motociclo. Oppure la targa è stata clonata tanto che lo stesso Chifari ha presentato una querela alla Procura affinché accerti se qualcuno se ne va in giro, al suo posto, non rispettando i posti di blocco.