La Regione non ha verificato il punteggio che 999 aziende si sono auto-attribuite per entrare nella graduatoria di un mega-bando da 235 milioni destinato all’agricoltura siciliana. Così, il Tar ha sospeso la validità di quell’elenco e recuperato la vecchia graduatoria. Anche per scongiurare il rischio che la Sicilia perda quei soldi messi a disposizione dall’Europa. Ma adesso è caos nella gestione di quei fondi comunitari.
Il bando
I fondi in questione sono quelli del Piano per lo sviluppo rurale 2014-2020. Si tratta delle misure per “Giovani imprenditori”. E l’assegnazione di questi soldi ha seguito un cammino tortuoso, con un finale “cassato” dai giudici amministrativi, appunto. La prima graduatoria definitiva è stata approvata lo scorso 30 aprile. Le domande erano state valutate dalle competenti commissioni nominate in seno agli Ispettorati dell’Agricoltura.
Ma in molti sono rimasti fuori. L’assessorato all’Agricoltura allora, con provvedimenti del 30 e 31 maggio 2019, ha deciso di sospendere gli effetti della graduatoria ed ha ritenuto di dover procedere “all’esame in autotutela delle istanze già presentate”, riaprendo i termini “per la presentazione di istanze di riesame all’Autorità di gestione del PSR Sicilia 2014-2020”. Insomma, chi era rimasto escluso ingiustamente aveva trenta giorni per avanzare nuovamente la propria istanza.
Chi compie il “riesame”
A differenza di quanto fatto nel caso della prima graduatoria, però, l’assessorato decide di assegnare il compito del riesame delle istanze non agli Ispettorati, ma a un “gruppo di lavoro” formato da quattro persone. Soggetti, tra l’altro, diversi da quelli originariamente chiamati a comporre le Commissioni di valutazione.
Sono queste quattro persone, così, a compiere il “riesame” di 999 istanze in trenta giorni. Un riesame che stravolge la prima graduatoria e porta all’approvazione di una nuova. Così entrano o avanzano le 999 aziende che presentando l’istanza si erano attribuite, come prevedeva il bando, una “autovalutazione” alla quale, però, secondo il Tar, non sarebbe seguita una opportuna verifica da parte della Regione stessa.
Ovviamente questo “movimento” finisce per penalizzare le ditte che erano state inserite nella prima graduatoria. Ditte che hanno deciso quindi di proporre ricorso, assistite dagli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino. I legali, in particolare, hanno censurato l’illegittimità della scelta dell’amministrazione di gestire direttamente, per il tramite di cosiddetti gruppi di lavoro dalla stessa nominati, la valutazione dell’ammissibilità, ricevibilità e valutazione del punteggio delle domande che dovevano essere compiute, norme alla mano, dagli Ispettorati dell’Agricoltura.
Gli avvocati hanno contestato anche l’effettivo svolgimento di una reale attività di valutazione, visto il poco tempo a disposizione dei quattro nominati per esaminare un gran numero di istanze.
Nessuna verifica
Ma c’è di più. E lo scrive il Tar nella sua ordinanza: “Emerge che il gruppo di lavoro e l’Autorità di gestione – si legge – si sono limitate a confermare il punteggio che tutti i 999 richiedenti il riesame si erano auto-attribuiti, senza compiere nessuna verifica”. Il motivo della folle corsa per approvare le istanze? Lo scopo, secondo il Tar, era quello di “pubblicare velocemente la nuova graduatoria definitiva per consentire il raggiungimento degli obiettivi di spesa ed evitare il disimpegno delle somme da parte dell’Unione europea”.
Ma i dubbi su quella graduatoria sono anche altri. Oltre agli auto-punteggi presi per buoni, in qualche caso secondo il Tar, alcune istanze non sarebbero state “nemmeno valutate sotto il profilo della ricevibilità, come reso evidente dal fatto che sono transitate automaticamente dall’elenco delle istanze irricevibili di cui alla prima graduatoria definitva a quella delle istanze ammissibili e finanziate di cui alla seconda graduatoria definitiva”. In pratica, alcune ditte che, secondo gli Ispettorati, non avevano i requisiti per ricevere i finanziamenti, si sono ritrovate nelle posizioni utili per avere i soldi solo perché… loro stesse avrebbero assicurato di avere i requisiti per riceverli.
E il rischio di perdere i fondi europei? La decisione del Tar, che sospende la graduatoria con i “nuovi arrivati”, in realtà salva anche la spesa, riconoscendo al momento la legittimità della prima graduatoria. Quella verificata dagli ispettorati. E così, tornano nelle loro posizioni le ditte penalizzate dall’arrivo delle altre 999.