PALERMO – Giovanni Falcone e Paolo Borsellino “sono stati unici” e “magistrati come loro purtroppo non ce ne sono stati più e non ce ne sono adesso. C’è stato forse qualche imitatore, sicuramente in buona fede ma non sono gli originali. Gli imitatori fanno ridere, a volte”. Così il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, intervenendo alla Conferenza dei rettori siciliani che ha organizzato l’evento in streaming, per ricordare la strage di Capaci e le vittime di mafia.
Il procuratore Lo Voi ha aggiunto: “Si è detto che l’assassinio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sia stato un pessimo affare per la mafia: in parte è vero, perché la reazione dello Stato è stata robusta e continua”. “Ma c’è un però – ha sostenuto – La mafia è riuscita a liberarsi delle due persone che avevano la maggiore e più concreta visione della strategia per combatterla. Ci sono tantissimi magistrati che hanno svolto indagini e ottenuti grandissimi risultati, ma la loro scomparsa ci ha tolto guida e insegnamento. Credo di non far torto a nessuno se dico che magistrati come loro, purtroppo non ce ne sono stati più e non ce ne sono adesso”.
“La mafia – ha proseguito il procuratore – continua ad avere la faccia truce dell’estortore, dell’omicida: una faccia truce pericolosa. Ma più pericolose sono le facce pulite che unitamente alla mafia tentano, e spesso riescono a infiltrarsi nel mondo dell’imprenditoria, della finanza, dell’economia, non solo al Sud ma anche in Emilia, in Lombardia, nel Veneto, nel Lazio e in altre parti. E queste facce pulite riescono a infiltrarsi anche nell’antimafia, abbiamo dovuto soffrire e subire anche questo aspetto”.
Facendo un accenno all’impegno costante e continuo della Resistenza contro il nazifascismo, poi, il procuratore Lo Voi ha lanciato un forte appello sul fronte della lotta alla mafia: “E’ una nuova resistenza, non possiamo permetterci il lusso di combatterla a giorni alterni e di ricordare le vittime della mafia solo durante gli eventi di commemorazione. Abbiamo il dovere di farlo ogni giorno”.
“Dobbiamo ricordare – ha aggiunto il procuratore – chi si oppose a Giovanni Falcone impedendogli di insegnare all’Università e chi lo ostacolò in altri fronti: questo è necessario per trarne insegnamento e per continuarne a farne memoria da tramandare, perché non si ripetano più certe cose”.
Manfredi Borsellino: “L’esempio è il miglior insegnamento”
“In questi 28 anni si è fatta una strada lunga, anche l’università ha percorso questa strada e questo lo dobbiamo riconoscere perché ci fa onore”. Lo ha detto il ministro dell’Università Gaetano Manfredi, intervenendo in streaming alla Conferenza dei rettori siciliani, organizzata per ricordare le vittime della mafia. “Da alcuni momenti in cui la trasparenza e anche la nettezza delle posizioni non era una caratteristica fondante della nostra missione, soprattutto nelle regioni meridionali, oggi con questa grande iniziativa – ha puntualizzato il ministro – si testimonia in maniera plastica, una scelta di campo importante che si è realizzata in questi anni, di una Università baluardo e luogo di rafforzamento e di difesa dei principi di legalità della società E questo lo si deve fare nel comportamento quotidiano, nell’esercizio della funzione amministrativa, nel magistero accademico, nell’insegnamento che noi diamo ai nostri studenti. Perché è l’esempio e l’azione il miglior insegnamento e i nostri studenti questo si aspettano da noi. Si aspettano che le università – ha aggiunto – siamo veramente un esempio di uno Stato che fa della legalità la propria ragione fondante. Un percorso lungo di cui sono orgoglioso: il seme della legalità è fortemente presente nei nostri studenti che sono il futuro del nostro Paese”.