Ci sono storie, a Palermo, che raccontano Palermo. Storie in bianco e nero perché il destino daltonico ha voluto così. Ma che aprono il cuore alla speranza. Più di una denuncia antiracket. Nascono nel quartiere che fu di mafiosi e di preti coraggiosi che hanno pagato con la vita, e hanno dentro di sé lo stesso paradosso di queste figure, miti per chi ha scelto di stare da una parte o dall’altra. C’è un gruppo che si riunisce in garage, che ama i musical e la bella musica. Sul palco sale un ragazzino che ha tre fratelli che spacciano. Lui ha scelto di fare il ballerino. E con lui c’è il figlio di un panettiere che ha detto no agli estortori. Oggi vive sotto scorta. Sul palco c’è un altro ragazzino: è figlio di chi, invece, il pizzo lo ha chiesto. E sta pagando per questo. In galera. Storie di riscatto e di voglia di vivere. Cartoline dal Festival della Legalità che si sta svolgendo a Villa Filippina. Non c’è bisogno di fare nomi. Bastano le storie. Che davanti a Guajana, Conticello, Cutrò, Andrea Vecchio e agli altri della Scelta, diventano ancora più belle.
Partecipa al dibattito: commenta questo articolo