CATANIA – “Inchiesta sulle relazioni tra le persone indagate e soggetti in corso di identificazione capaci di veicolare informazioni in ordine alle indagini che li riguardavano”.
La frase è contenuta nel decreto di fermo notificato al sindaco di Aci Catena Ascenzio Maesano, accusato dagli investigatori della Dia di “intascare” – sottolineano i magistrati coordinati dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro – una tangente da 7.500 euro per un appalto.
Adesso le attenzioni degli investigatori guidati da Renato Panvino e coordinate da alcuni tra i migliori magistrati della Procura di Catania, ovvero Michelangelo Patanè, Pasquale Pacifico, Antonella Barrera e Barbara Tiziana Laudani, sono puntate su un particolare elemento che ha favorito il fermo del noto politico di Aci Catena. “Relazioni tra le persone indagate e soggetti in corso di identificazione”, uomini – non quindi un singolo soggetto – in grado di veicolare informazioni sulle indagini, riservatissime, della Procura di Catania. Indagini che riguardano colletti bianchi. Indagini da sempre difficili a Catania.
Torna in mente, e sicuramente non sarà un caso, il discorso dell’insediamento di Carmelo Zuccaro del 29 giugno 2016, che puntava il dito contro i colletti bianchi assicurando l’affermazione della giustizia anche nelle zone grigie. L’intercettazione della tangente in diretta intascata dal sindaco risale al 4 giugno. Zuccaro ne era certamente a conoscenza e il 12 luglio, nella veste di nuovo procuratore capo di Catania, per la sua prima visita ufficiale sceglieva la Dia mostrando da subito sintonia investigativa con Renato Panvino.
Ieri Zuccaro ha spiegato che determinati illeciti della pubblica amministrazione possono favorire la criminalità organizzata “e per questo è determinante il ruolo della Dia”.
E’ ancora presto per dire se i fermi del sindaco gran mattatore di preferenze (quasi 9.000 alle regionali del 2008), rappresentano la prima fase di un’inchiesta più ampia, certo è che le verifiche saranno rigorose e la postilla contenuta nel decreto lascia intendere che gli investigatori qualcosa hanno captato.
Maesano ha rapporti di altissimo livello, istituzionale e politico. Chi lo avrebbe potuto informare di indagini in corso?
LE ACCUSE – Il sindaco di Aci Catena è accusato di avere affidato “sistematicamente” alla Halley Consulting Spa e prima alla Sisco Srl, alla Halley Srl e alla Etnodata, tutte società – secondo i magistrati – riconducibili all’imprenditore Cerami, anch’egli fermato con l’accusa di corruzione – “il servizio di assistenza e manutenzione dei sistemi software e hardware presso il Comune di Aci Catena per oltre dieci anni mediante il ricorso all’illegittimo istituto del rinnovo del contratto e in violazione del divieto di frammentazione dell’appalto per un importo complessivo pari a 400mila euro in assenza della prescritta gara pubblica”.
Il sindaco avrebbe garantito alla Halley Consulting Spa, società riconducibile a Cerami, ma rappresentata formalmente da Grazia Parisi, coniuge di Cerami, “l’aggiudicazione del progetto denominato “Home Care” finanziato dall’Unione europea per 252mila euro”.
L’affidamento del progetto sarebbe stato possibile “attraverso l’assegnazione di un punteggio ingiustificatamente superiore all’offerta tecnica presentata dalla menzionata società, in pregiudizio dell’offerta tecnica presentata dalla concorrente Telecom e nonostante l’anomalia dell’offerta economica proposta dalla Halley Consulting Spa, ingiustificatamente superiore di 4/5 del prezzo posto a base d’asta.
A Maesano viene anche contestata l’aggravante della recidiva infraquinquiennale.
