CATANIA – Fioccano le reazioni alla sfiducia al sindaco di Scordia. La deputata Concetta Raia e l’assessore comunale di Catania, Angelo Villari, intervengono con due note sulla questione che ha coinvolto l’intero Partito democratico, con il quale era stato eletto Franco Tambone, perché a votare per mandare a casa il sindaco è stato anche qualche esponente democratico, espressione della maggioranza. Per loro la Raia chiede l’espulsione.
“Ormai, nel nostro Partito non ci sono più regole: si risponde solo a logiche di corrente e i capicorrente rispondono a interessi personali, senza avere il minimo senso di responsabilità politica o nei confronti dei cittadini e delle comunità che vengono amministrate”. La deputata regionale continua: “Sia chiaro ai cittadini che quanto compiuto da questi consiglieri non è stato dettato da divergenze con il primo cittadino Tambone nell’ambito di scelte politiche nella gestione delle cosa pubblica – evidenzia – ma solo ed esclusivamente a mancati posizionamenti in giunta ed estenuanti e inutili manovre equilibriste”. ù
Infine, la Raia lancia un appello al proprio partito, “Al mio PD, a tutti i livelli: dai dirigenti a livello nazionale e regionale, come me, a quelli provinciali e alla base, perché si torni a parlare di partito, di regole, che sono il presupposto del confronto nella forma e nel merito, di leale contrapposizione tra le varie anime – conclude la democratica Raia – senza ciò, temo che il Partito Democratico non avrà fortuna ancora per molto”.
Anche Villari sottolinea come, a far capitolare Tambone siano delle logiche interne al partito, emerse con forza anche in occasione delle ultime amministrative quando le divisioni e le correnti hanno di fatto naufragare quella che, fino a poco tempo fa, sembrava una corazzata inaffondabile. “La misura è colma – tuona l’esponente della giunta Bianco. Il Pd faccia tesoro dell’esperienza delle ultime amministrative e di quest’ultimo emblematico caso “tragicomico” di Scordia, dove alcuni consiglieri della maggioranza e del Megafono, in particolare, hanno votato la sfiducia al sindaco Franco Tambone, e torni a fare ciò che è nel suo Dna: ritrovi il dialogo e il confronto con i cittadini e sui territori, discuta di problemi sociali e non di poltrone, e soprattutto, prenda le distanze da chi è salito sul carro della diligenza, da chi sia dall’esterno che dall’interno tenta di cannibalizzare il partito per interessi personali”.
Villari si scaglia, in particolare, con i membri del Megafono. “Gravissima posizione assunta dai consiglieri del Megafono, che se pure politicamente inconsistenti – commenta Angelo Villari – avevano ottenuto all’indomani delle elezioni proprio del sindaco Tambone, a proposito di posizionamenti e ben oltre le più ottimistiche previsioni, ben cinque scranni in Consiglio e la presidenza del Consiglio”.