CATANIA- Veleni, dossier, denunce e potere. La grande battaglia per la nuova Camera di Commercio vede in pista Pietro Agen, Ivan Lo Bello e Antonello Montante. In ballo c’è la gestione del quarto aeroporto d’Italia e l’assegnazione dei 33 seggi camerali che rappresentano le categorie produttive e i sindacati: il vero volto del potere dell’economia reale e della politica di Catania, Ragusa e Siracusa.
LOTTA TRA COMMISSARI. La battaglia è senza esclusione di colpi. Le Camere di Commercio rappresentano, al momento, uno dei terreni in cui Confindustria misura equilibri interni e dinamiche. Ivan Lo Bello è il presidente della Camera di Commercio di Siracusa, che dovrebbe fondersi con quella catanese e ragusana, contro di lui corre Pietro Agen che avrebbe ricevuto il sostegno di Antonello Montante, almeno fino a qualche settimana fa, quando è stato sequestrato un dossier, redatto da Montante contro Agen, che ha fatto infuriare il leader catanese di Confcommercio. “Sono pronto a querelarlo”, confida Agen a Livesicilia riferendosi a Montante, che aggiunge: “Lo Bello è vittima, non carnefice di alcuni suoi alleati che a mio modesto avviso lo hanno spinto ad una battaglia che,agli occhi della gente, è più incentrata sui posti che sui programmi. Io non avrei avuto alcun problema a trovare un accordo con Lo Bello -aggiunge Agen- che gli consentisse di ricandidarsi a presidente di Unioncamere, ma non siamo riusciti a incontrarci. Sul piano personale non ho mai detto nulla contro Lo Bello. Pensare ad un accordo oggi, fa pensare ad un progetto di spartizione mentre noi pensavamo ad accordi di programma e non ai posti”.
Sembra quindi essersi rotta l’intesa tra Montante e Agen per la Camera di Commercio di Catania, mentre Confcommercio apre a Lo Bello e si avvicina il momento della conta dei voti per verificare la consistenza dei poteri in campo. Agen avrebbe, al momento, la maggioranza relativa dei seggi della Camera di Commercio, l’unica incognita è il passare del tempo, tra denunce e ricorsi e la verifica della regolarità delle procedure.
LA TORTA. Quattro seggi vanno, uno ciascuno, sindacati, consumatori, professionisti, banche e cooperative. Otto seggi al commercio, 4 all’industria, 4 all’agricoltura, 3 all’artigianato, 1 ai trasporti, 1 banche e assicurazioni, 5 servizi alle imprese, 2 turismo,1 altri settori (case di cura, formazione, sport, tutti quei settori che da soli non fanno 1).
I quozienti sono dati dal numero delle aziende, dai dipendenti e dal cosiddetto valore aggiunto, nella valutazione delle iscrizioni Confindustria ritiene che siano state commesse irregolarità.
I CONTROLLI La Procura sta verificando l’operato di Pagliaro, indagato come atto dovuto dopo la presentazione del primo esposto di Confindustria, di cui Livesicilia si è occupata a gennaio: a firmarlo è stato anche l’ex commissario di Confindustria Siracusa Gianluca Gemelli. Il commissario Catanese Pagliaro è responsabile dei controlli, che devono avvenire sul 5% degli elenchi di imprese presentati da ogni compagine: Confindustria e Confcommercio in testa. Verificare gli elenchi presentati serve a testare la reale consistenza delle forze in campo ed è sulla presunta presenza di false imprese che Confindustria chiede chiarezza. Pietro Agen si dice contento delle verifiche e sottolinea che “è stato controllato il 30% degli associati di Confcommercio, ben 6.000 imprese.
Il gioco è di arrivare al rinnovo dell’aeroporto con i commissari, in pratica vogliono fare passare tempo”.
Interviene Pietro Agen con una nota che si basa su tre punti:
1) Il sottoscritto non ha aperto a Lo Bello è vero invece, come giustamente Lei riporta nel pezzo: io non “avrei avuto” (passato) alcun problema a confrontarmi con Lo Bello. Il verbo è, ovviamente, riferito al passato come correttamente Ella riporta, aggiungendo che non siamo mai riusciti ad incontrarci e non certo per mia volontà. Pensare ad un accordo oggi, fa pensare ad un progetto di spartizione mentre noi pensavamo ad accordi di programma e non ai posti, tant’è che Le ho rimarcato la mia storica disponibilità, relativamente a questi ultimi.
2) Quando aggiungo come Lei riporta , che sul piano personale non ho nulla contro Lo Bello, dice cosa esatta, quando invece affermo che Lo Bello è vittima e non carnefice non mi riferivo certamente a Montante ma ad alcuni suoi alleati che a mio modesto avviso lo hanno spinto ad una battaglia che, agli occhi della gente, è più incentrata, come già detto, sui posti che sui programmi;
3) Confermo di aver detto che sono pronto a querelare il Dott. Montante per quanto ho avuto la possibilità, nei giorni scorsi ,di leggere relativamente alla mia persona su un dossier che sembrerebbe redatto dallo stesso, ma anche in questo caso ricorderà che ho aggiunto che non ero interessato né ad azioni che mirassero a condanne penali, né a risarcimenti di danni che, certamente, in Giudizio, non potrebbero essermi negati, per infondatezza delle accuse contenute nel citato dossier, ma, piuttosto, a far sì che il Dott. Montante, con cui confermo di aver avuto un ottimo rapporto istituzionale negli ultimi due anni, mai invece accordi spartitori sulle Camera di Commercio, chiarisse pubblicamente i nomi di chi gli ha fornito notizie false ed ingiuriose, relative alla mia persona, notizie che evidentemente non sono farina del sacco del dott. Montante.