ZAFFERANA – “Ho preso a martellate mia figlia”. Si è presentata dai carabinieri di Giarre, domenica scorsa, con le mani e i vestiti sporchi di sangue ed ha raccontato il suo film dell’orrore. Erano le dieci del mattino. “Ho appenna ucciso mia figlia” ha continuato a dire ai militari che hanno immediatamente inviato un’ambulanza del 118 nell’abitazione della donna, a Zafferana Etnea, e due gazzelle. I sanitari e i militari sono arrivati sul posto e fortunatamente la giovane 19enne respirava ancora. Gravi le ferite che aveva alla testa e alle braccia.
Immediata la corsa all’ospedale San Giovanni di Dio e Sant’Isidoro di Giarre: molte le frattura e le lesioni riportate dalla giovane, che (quasi per miracolo) se l’è cavata con trenta giorni di prognosi. E stata lei a raccontare ai carabinieri che stava dormendo, quando si è svegliata in preda al raptus di follia della madre che l’ha colpita parecchie volte con un martello.
Nella scena del crimine, i carabinieri durante il sopralluogo hanno rilevate tracce di sangue sul letto della 19enne che in diverse pareti della camera da letto.
Gli investigatori hanno lavorato al movente dell’orrore familiare. Ci sarebbero forte ipotesi che ha scatenare il raptus della madre sia stato il fatto che non accettava la relazione sentimentale che la figlia aveva un uomo più grande di lei.
L’arma usata dalla 38enne, un comune martello, è stato sequestrato. La donna è stata arrestata con l’accusa di tentato omicidio aggravato dai futili motivi ed è detenuta a Piazza Lanza.