CATANIA – Non funziona, fermatevi, troppe criticità si stanno presentando, man mano che il tracciato BRT viene realizzato. E c’è scappato pure il morto! L’associazione commercianti di Catania ribadisce le perplessità che aveva già manifestato nel luglio di due anni or sono, quando ebbe ad esprimersi negativamente sulla proposta di piano del traffico avanzata dall’Amministrazione attraverso l’Assessorato alla Mobilità. I dubbi sulla validità del progetto espressi allora, per l’associazione, iniziano oggi a trovare un’evidente conferma.
“Avevamo espresso i nostri dubbi – racconta Giovanni Saguto, presidente Confcommercio Città di Catania – nell’estate del 2010, sull’intera proposta avanzata dall’amministrazione in materia di piano generale del traffico urbano. Le nostre lamentele nascevano dal fatto che il piano non teneva in considerazione le esigenze operative del piccolo commercio, fatto, nella maggior parte delle strade, da esercizi diretti ad un acquisto istintivo, veloce e che pertanto è collegato in modo indissolubile sia ai flussi veicolari quanto, soprattutto, alla possibilità di parcheggiare, facoltà che se viene tolta comporta l’inevitabile chiusura dei negozi. La Città si desertifica commercialmente per tante ragioni, se ci mettiamo anche un piano della viabilità insostenibile è la fine”.
Sotto la lente di ingrandimento, in questi giorni, la realizzazione del BRT in viale Fleming e via Ala, dove, peraltro l’amministrazione sta intervenendo con i correttivi necessari sotto la spinta delle lamentele della gente, in primo luogo residenti e commercianti.
“Sulla questione BRT – dichiara Francesco Sorbello, funzionario Confcommercio Catania -, avevamo posto la pregiudiziale che non si doveva perdere un solo posto auto, specie nelle strade dove vi è la presenza di esercizi commerciali, e su questo punto ci era stata data garanzia. Invece, in fase di realizzazione, vengono eliminati troppi posti auto e ciò non è indicato in una città che ha un deficit, accalorato anche nell’ambito del PRG, di parcheggi. Non si è pensato di reperire prima nuove aree da destinare a parcheggio. E’ inconcepibile che valutazioni importanti vengano fatte ex post. Quando si fanno queste cose bisogna valutale bene, metro per metro. Vi è poi un altro punto da non sottovalutare: le sedi stradali dove si realizza il BRT non hanno le dimensioni idonee per poter riservare una corsia protetta per i bus ed al contempo garantire una circolazione fluida, specie nelle strade di accesso ed uscita dalla città, cosicché gli automobilisti sono stati costretti a file asfissianti, con un impatto ambientale decisamente negativo. E ciò che è successo in via Ala ne è la più evidente dimostrazione, con i mezzi di soccorso costretti a manovre di fortuna. Se consideriamo che la linea BRT in attuazione è quella con meno criticità non voglio pensare a cosa succederebbe negli altri percorsi BRT. Immaginate una corsia protetta, al centro strada, in viale Mario Rapisardi, riducendo e dimezzando la capacità della strada stessa ad una sola corsia a salire ed una sola a scendere. Sarebbe il caos più totale, specie nelle ore di punta. Il piano del traffico, infatti, non tiene conto delle motivazioni allo spostamento, al fattore scuola. Questo elemento dovrebbe, invece, costituire una valutazione determinante nella realizzazione del piano del traffico così come uno degli elementi significativi del PRG. Per questi motivi diciamo all’Amministrazione fermatevi, non funziona. Non ci sono i presupposti perché la linea BRT sia estesa in altre zone, mentre in quella attuale occorre addivenire ad aggiustamenti, valutando eventualmente anche cambi di percorso.”
Certamente una valutazione andrà fatta sull’indice di gradimento che determinerà questa linea BRT, indice di gradimento che sarà proporzionale all’utilizzo che se ne farà. Perché se lo strumento BRT non funzionerà e non sarà usufruito dalla gente, bisognerà prenderne atto.