Una direzione regionale fissata per lunedì prossimo. L’ammissione di un “errore”: quello di non avere accelerato per la mozione di sfiducia. Un messaggio rassicurante all’Udc: “Siamo alternativi a Lombardo”. È questo l’esito di un vertice dei democratici richiesto dal segretario Lupo, sfociato in un documento.
Una presa di posizione, quella del testo del Pd, che negli auspici dei democratici dovrebbe mitigare la durissima posizione assunta da Gianpiero D’Alia, segretario dell’Udc, che nel pomeriggio definisce Lupo e Cracolici “politicamente inaffidabili”, pur aggiungendo però a LiveSicilia che “il dialogo con il Pd rimane aperto: per fortuna nel Partito democratico ci sono anche interlocutori affidabili”. Un messaggio anche agli alleati di sinistra, che ieri avevano lanciato strali con i democratici. E infine, un messaggio all’Mpa, che domenica cambierà nome ma che il documento liquida già come il partito degli “eredi di Lombardo”.
Insomma, non proprio parole d’amore quelle di D’Alia nei confronti del Pd, che non fanno che ricalcare quelle molto forti di ieri sera. Oggi, però, come detto, il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo ha convocato i segretari provinciali e l’esecutivo regionale. Alla fine, è stato sottoscritto un documento nel quale il Pd precisa che “non calendarizzare la votazione della mozione di sfiducia al presidente della Regione è stato un errore politico grave ed inaccettabile, che ha disatteso la decisione della direzione regionale del Pd di procedere alla sfiducia. Il Pd – si legge sempre nel documento – vuole rilanciare l’unità del centro-sinistra per un progetto politico di cambiamento della Sicilia aperto al confronto ed al dialogo con l’Udc. Il Pd è impegnato pertanto nell’elaborazione delle linee guida del programma elettorale per avviare un confronto con i partiti della coalizione”.
Un progetto di riunione del centrosinistra, quello in viste delle Regionali, sempre più difficile, a dire il vero, stando almeno alle forti critiche dell’Idv, che con Fabio Giambrone ha accusato il Pd di avere “mentito ai siciliani”. Il riferimento, ovviamente, va alla scelta dei democratici di staccarsi dall’eseprienza del governo Lombardo. Un distacco ribadito, però, nel documento di oggi: “Il Pd, avendo deciso di procedere alla sfiducia del presidente della Regione, – si legge – è pertanto radicalmente alternativo al movimento politico del presidente Lombardo e dei suoi eredi politici, con il quale esclude qualsiasi alleanza. Il Pd valuta che il percorso per la scelta del candidato alla presidenza della Regione deve essere assunto dalla coalizione dopo la definizione del programma elettorale ed impegna in tal senso il proprio gruppo dirigente ad assumere i comportamenti conseguenti”. Se ne riparlerà lunedì 9 luglio.
Ma nel pomeriggio, la tensione all’interno del partito era già altissima, nonostante le precisazioni di Antonello Cracolici sullo svolgimento della conferenza dei capigruppo di ieri: “La decisione di calendarizzare il 31 luglio le annunciate dimissioni del presidente della Regione – ha detto il capogruppo – è stata presa dal presidente dell’Ars in forza alle sue prerogative, malgrado io avessi proposto la data del 26 luglio nella quale iscrivere all’ordine del giorno le comunicazioni del presidente e la mozione di sfiducia. La data del 31 luglio è stata individuata per far svolgere le elezioni anticipate entro i 90 giorni successivi, e dunque il 28 e 29 ottobre”. Una precisazione indirizzata “a chi, in queste ore, tenta di rappresentare la condotta del Pd in maniera distorta, con intenti palesemente strumentali”.
“Sono francamente stupito e indignato – ha commentato invece il senatore Mirello Crisafulli – dal comportamento tenuto dal presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Francesco Cascio, che ha di fatto impedito che la mozione di sfiducia al presidente della Regione, Raffaele Lombardo, fosse regolarmente posta all’ordine del giorno di Sala d’Ercole. A tutto ciò si aggiunga il fatto che ritengo complice di questo grave atteggiamento anche chi, supinamente, lo ha avallato con il silenzio in sede di commissione dei capigruppo”.
Ma al di là del ruolo di Cascio, nel partito non sono mancati gli attacchi ai dirigenti di vertice: “Stiamo facendo ridere – ha deto il deputato regionale Davide Faraone – la Sicilia e i siciliani. Ora basta! Questo partito continua a non avere rotta, ci stiamo isolando e condannando alla marginalità e ciò che é peggio, coloro che ci hanno condotto fino ad ora, ad inanellare errori su errori, sconfitte su sconfitte, invece di andare a casa sono ancora lì a ‘comandare’ la nave”. Stessi toni sati da Alessandra Siragusa: “La direzione del Pd ha approvato un documento in cui è indicata senza equivoco la strada della mozione di sfiducia. Chi non ne ha tenuto conto, – ha detto la deputata palermitana – per qualunque motivo l’abbia disatteso, si è assunto la responsabilità gravissima di screditare il Pd agli occhi dell’opinione pubblica e ne dovrà rendere conto”. Mentre Pino Apprendi vede nell’atteggiamento del Pd anche il rischio di offrire una “scusa” al presidente della Regione Lombardo per proseguire oltre la data fissata per le dimissioni: “Nella riunione dei capigruppo all’Ars si è consumato l’ennesimo atto rocambolesco. E’ un gioco per nulla serio, contrastante con il roboante annuncio con cui si dava per scontata la presentazione della sfiducia. Tutto questo – aggiunge Apprendi – potrà servire a dare l’alibi al Governatore di non dimettersi stante il fatto che si trova con un Parlamento in cui non si capisce più chi è maggioranza e chi è opposizione. Ormai – ha concluso il deputato – è il caos e il mio partito non è indenne”.