Egr. Direttore,
in riferimento agli articoli apparsi oggi sulla sua testata LiveSicilia, ritengo doveroso fare alcune precisazioni:
La sentenza di condanna, che è in suo possesso, dimostra come i giudici della Corte dei Conti non hanno voluto “vederci chiaro” limitandosi ad accogliere, come sufficiente, la documentazione prodotta dal PM e le dichiarazioni rese dai testi dell’accusa. Mi permetto pertanto, rimanendo nell’ambito di quanto scritto nella sentenza di sottolineare alcune ” anomalie “:
Premesso che non ho mai negato l’uso delle carte di credito, quello che non è emerso è che le carte hanno un addebito mensile. Come mai ogni mese, quando ero direttore generale nessuna contestazione mi è stata mossa per l’uso anomalo delle carte? La mia difesa ha, sin dal primo giorno chiarito agli inquirenti che ogni mese rendicontavo le spese personali e che le stesse venivano compensate con le mie spettanze. A tal proposito abbiamo eccepito che “stranamente” agli atti della Fondazione non esistono più gli estratti conto di una delle due carte (amex) nei quali ogni mese, di mio pugno, segnavo le mie spese personali. La Corte dei Conti, ha ritenuto che tale circostanza fosse irrilevante e che gli estratti conto della amex ottenuti solo nel marzo 2008 (4 mesi dopo le mie dimissioni da direttore generale) nei quali, personale della Fondazione, ha segnato mie presunte spese personali, fossero sufficienti per un giudizio.
Altra anomalia riguarda la carta EGO usata su casino online. Abbiamo chiesto alla Corte dei Conti di ascoltare le testimonianze di due impiegati della Fondazione che avrebbero testimoniato come io ero vittima e non reo, ma anche in questo caso i giudici hanno ritenuto che tali testimonianze non erano necessarie e che la documentazione prodotta dall’accusa fosse sufficiente. Lei forse sa, che per usare una carta di credito su internet non occorre avere la carta, basta avere i numeri scritti su essa. Quello che non si comprende, riguardo le giocate su internet, è il perché la Corte dei Conti non ha voluto ascoltare attraverso le testimonianze di ben due persone la tesi della difesa.
Ancora, riguardo a viaggi di terzi, sembra quasi una beffa essere condannato per spese sostenute per fare viaggiare il cognato di Cascio (David Tuttobene) e una collaboratrice dell’allora Presidente dell’Ars Miccichè (Valentina Bruno). Quello che i giudici della Corte dei Conti non hanno voluto sapere, negandoci una perizia contabile così come da noi richiesta, è che, in questo viaggio (Fiera internazionale del turismo di Mosca), insieme a questi signori c’era anche Cascio (già presidente del gruppo Forza Italia) e che Tuttobene e Bruno, sono stati mandati dalla Fondazione a Mosca per definire un contratto da oltre € 100.000,00 (centomila) con un importante Tour Operator di prevendita di ingressi a Palazzo dei Normanni, contratto che i due consulenti hanno portato a buon fine. Inoltre riguardo alle spese di viaggio di questi signori la sentenza recita che “Con riguardo all’acquisto di biglietti Alitalia, la documentazione prodotta indica chiaramente che le missioni condotte dall’Acierno non sono certo a lui addebitate. Risultano, viceversa, addebitabili le spese sostenute senza pezze di appoggio.” Quali altre pezze d’appoggio sono necessarie oltre ai biglietti aerei e le ricevute di hotel?????
Acquisto di mobili:
Abbiamo prodotto la fattura del trasporto di questi mobili da Castelbuono, dove sono stati comprati, sino a Palazzo dei Normanni dove sono stati regolarmente consegnati presso la sede distaccata della Fondazione, eppure in sentenza scrivono che si tratta di un trasporto di altri mobili, che però non risultano, gli altri mobili, acquistati. Se ci avessero concesso la perizia contabile anche questa vicenda sarebbe stata chiarita.
Prelevamenti dalla cassa della Fondazione:
“Del pari costituisce danno erariale il prelievo di contante dai conti della Fondazione, privo di giustificazione alcuna. La dott.ssa Razete ha chiaramente indicato che durante il periodo in cui l’Acierno Alberto ha rivestito la carica di direttore Generale, è accaduto in alcune circostanze che lo stesso si sia fatto consegnare somme di denaro con diverse modalità”.
Questo è scritto nella sentenza, sono gli stessi giudici che dichiarano che io non mi sono “appropriato” di nulla, né che ho sottratto somme da una cassa di cui disponevo, io non ho gestito né cassa né banca della Fondazione in quanto queste competenze sono proprie del Direttore Amministrativo della stessa.
Le sembra normale che mi sono state consegnate somme;
che tra il gennaio 2007 e il novembre 2007 (periodo in cui sono stato DG) nessun rilievo è stato mosso dagli organi di gestione e di controllo della Fondazione né per gli acconti né per l’uso di carte di credito, che nessun addebito viene rilevato nei molteplici verbali dei Revisori dei Conti, e che tutto emerga improvvisamente solo nel verbale di approvazione del bilancio consuntivo della Fondazione relativo all’esercizio contabile 2007? Potrei continuare ma credo che quanto scritto sia sufficiente.
Io mi chiedo perché non mi è stata concessa, così come richiesta una perizia contabile, perché non sono stati ascoltati i miei testimoni? Secondo lei questa sentenza è esaustiva nei confronti dei cittadini e di me stesso o meritava qualche approfondimento? Saluti.
Alberto Acierno