PALERMO – Il dado, almeno per il momento, è tratto. La saggezza e l’esperienza di Rino Foschi hanno lasciato il posto all’intraprendenza e alla voglia di emergere di Daniele Faggiano, divenuto nel pomeriggio di ieri il nuovo direttore sportivo del Palermo. Una situazione di imbarazzo che si è risolta nel giro di poche ore, con l’entrata in scena di Gianni Di Marzio, il quale ha fatto valere la propria esperienza e la propria conoscenza dell’ambiente calcistico italiano per consigliare Zamparini e ripartire dal dirigente salentino, capace di contribuire al salto di qualità del Trapani dalle sabbie mobili della Lega Pro al sogno di disputare il primo campionato di serie A della storia del club, quando a fermare i granata è stato solo il Pescara nella finale playoff dello scorso mese di giugno.
La figura di Faggiano appare quella ideale per provare a completare un organico, che allo stato attuale delle cose è povero sotto diversi aspetti. Sotto quello tecnico, visto che non sembra essere presente un giocatore in grado di imbastire e far partire la manovra dalla zona nevralgica del campo. Sotto quello delle rotazioni, visto il grande uso che Ballardini ha fatto, nel corso di entrambe le amichevoli fin qui disputate, dei giocatori della Primavera convocati in questi giorni di ritiro. Sotto quello caratteriale e dell’esperienza, che per il momento sembra essere la lacuna più grande nella rosa del Palermo, a poco meno di un mese dallo start del campionato. Così, Faggiano potrà mettere a disposzione del club di viale del Fante la propria competenza e la propria conoscenza per cercare di portare a disposizione del tecnico romagnolo i rinforzi giusti per affrontare un campionato all’apparenza molto complicato.
Ma alla base della scelta di Di Marzio e Zamparini di affidarsi a Faggiano, sembrano esserci soprattutto un paio di caratteristiche, che non possono non fare comodo al Palermo. La prima riguarda la capacità del direttore sportivo, venuta fuori in questi anni vissuti a Trapani, di allestire una rosa valida e competitiva per la categoria di appartenenenza, ovvero la serie B, pur dovendo fare i conti con le ristrettezze economiche imposte dal Comandante Vittorio Morace. Nonostante un budget decisamente ridotto, Faggiano ha portato i granata ad una vera e propria escalation, partendo dalla salvezza tranquilla nel primo anno di B, passando per una zona playoff accarezzata nell’annata successiva e chiudendo con la finale playoff di cui sopra.
Abbiamo parlato di due caratteristiche, e la seconda riguarda proprio il recente passato di Faggiano. Aver lavorato per tre anni con passione e trasporto, aver dimostrato il proprio valore come dirigente e come uomo di campo, e soprattutto aver stretto legami importanti sul piano dirigenziale e su quello tecnico, sono tutti aspetti che potrebbero consentire a Faggiano di creare una specie di canale tra Palermo e Trapani sul piano del mercato. I rapporti tra Zamparini e Morace sono già positivi, fin dall’estate del 2012 in cui fu organizzata quell’amichevole tra i granata di Boscaglia e i rosanero di Pioli, con questi ultimi che vinsero per 5-3 ma senza lasciare troppi background positivi. Rapporti di mercato, dunque, che possono intrecciarsi sull’asse Palermo-Trapani, con Faggiano a fare da gradito “ospite” del club al quale ha dato un grosso contributo per riscriverne la storia. Sperando di poter comporre nuove pagine di un’altra storia, quella di un Palermo che sta chiaramente vivendo un momento deludente.