PALERMO – Nella corsa alla salvezza del Palermo lui è uno dei principali protagonisti, grazie a gol come quello che ha spaccato l’equilibrio del ‘Matusa’ contro il Frosinone o allo zampino messo nel secondo contro la Samp al ‘Barbera’, ma l’obiettivo di Alberto Gilardino non si ascrive soltanto alla conferma della massima serie nel capoluogo siciliano ma ad uno più grande ed ambizioso “Duecento gol? Voglio farne di più, se ci penso almeno 210 – ha dichiarato l’attaccante di Biella alla rivista ‘Undici’ – anche se a parer mio un attaccante non è solo i gol che fa. Non penso ancora alla fine della mia carriera perché mi sento giovane e molti miei colleghi di quattro o cinque anni più grandi giocano ancora, questo mi dà motivazioni. Sono dell’idea di poter giocare ancora molto ed ho la stessa passione degli inizi”.
Proprio tornando al suo rapporto col calcio Gilardino racconta un episodio legato alla sua giovinezza: “E’ stata la mia passione fin dai primi anni e i miei genitori mi hanno sempre sostenuto. A casa mia o eri del Toro o della Juventus: io tenevo alla Juve e andavo a vedere campioni come Baggio, Möller, Vialli. Quando avevo undici anni andai in un campo organizzato dalla Juve al Sestriere di una settimana. Il terzo giorno chiamai mio padre e gli chiesi di venirmi a riprendere. Due anni e mezzo dopo andai a Piacenza e iniziai il settore giovanile: il bambino era diventato ragazzo”.
Sul rapporto con la città di Palermo il bomber si esprime così: ”È una realtà positiva, ha tutto quello che si può desiderare per avere il miglior tenore di vita. Io e la mia famiglia stiamo davvero bene e c’è grande passione da parte della piazza.La stagione è di sicuro travagliata, ma stiamo lottando”.