PALERMO – Nel contesto di una stagione a dir poco complicata e convulsa, uno dei protagonisti principali del Palermo calcio 2015/2016 c’è Davide Ballardini. Il tecnico romagnolo sembrava poter rappresentare il dopo-Iachini in tutto e per tutto, ma ha rappresentato solo uno degli step che ci sono voluti prima del reintegro in panchina del marchigiano, a propria volta silurato dopo l’ennesimo scambio di vedute con Zamparini. Ballardini ammette che c’era la possibilità di un suo ritorno in Sicilia, anche se la mancanza di presupposti per riprendere il timone della nave rosanero ha chiuso ogni ipotesi di ritorno: “Dopo la prima esperienza al Palermo fui io ad andarmene alla Lazio – ha dichiarato Ballardini ai colleghi di Calciomercato.com – . Il Palermo mi ha richiamato due volte ma la terza volta ho pensato di non accettare il ritorno. Comunque mi fa molto piacere, evidentemente la persona e il lavoro che svolgo piacciono ai presidenti. Anche in questa ultima occasione, Zamparini mi ha cercato ma poi non ci siano trovati d’accordo. Sono grato al presidente”.
Ballardini, che nel corso dell’intervista ringrazia Zamparini anche per aver ‘suggerito’ a Novellino di riprendere le chiavi tattiche impostate proprio da lui e soprattutto da Schelotto, è tornato sulla convulsa notte di martedì della scorsa settimana. Tra dimissioni in primis revocate e poi accettate, allenamenti svolti in un clima surreale e la scelta definitiva di affidarsi all’uomo di Montemarano, proprio Ballardini era stato richiamato dal presidente. Una situazione che esclude del tutto la possibilità che ci fosse del rancore tra le parti: “Il telefono ha squillato tante volte, ma in realtà mi aveva chiamato già dopo la partita del Palermo contro il Sassuolo credo, prima che scegliesse di fare tornare Iachini. Mi fa piacere, al presidente Zamparini sono grato di cuore. Nell’ultima occasione, ci siamo sentiti diverse volte ma anche con Gerolin. La cosa non si è conclusa ma rimane il rispetto per la persona. Non c’erano più le basi, non me la sono sentita. Non condividevo più il progetto tecnico”.