MESSINA – Squalifica addolcita, ma solo in piccolissima parte. La Corte Federale D’Appello a sezioni riunite, ha confermato la squalifica ad Arturo Di Napoli, riducendola di soli 6 mesi. L’ex tecnico peloritano dovrà restare fermo almeno per 3 anni e mezzo, oltre che pagare 50 mila euro d’ammenda. L’avvocato Mattia Grassani ha commentato negativamente la sentenza: C’è grande delusione, non ce lo aspettavamo. Eravamo fiduciosi su una decisione migliore. La Corte Federale d’Appello è stata chiamata ad affrontare ben 28 differenti posizioni e ne ha riformata integralmente soltanto una. È stato cancellato soltanto il presunto illecito commesso dal portiere della Pro Patria Vincenzo Melillo. Tutte le altre sanzioni relative alla responsabilità di persone fisiche sono state confermate o ridotte in minima parte, come nel caso di Arturo Di Napoli”.
La difesa si è soffermata sui tabulati telefonici, volti a confermare come i rapporti tra Di Napoli ed Ercole Di Nicola non fossero volti ad “aggiustare” la sfida L’Aquila e Savona, ma non è servito a nulla: “L’impianto accusatorio ha retto in secondo grado. Siamo di fronte ad una sentenza colpevolista e conservativa rispetto a quella del Tribunale Federale Nazionale. Abbiamo fornito evidenze e riscontri probatori che avrebbero dovuto portare a nostro avviso ad un’assoluzione. Ovviamente resta l’ultimo grado di giudizio sportivo. Prendiamo atto della pronuncia ma la battaglia di Arturo Di Napoli non si ferma qui”.
Nel frattempo è stata purtroppo confermata la penalizzazione di tre punti nei confronti dell’Akragas, che a dire il vero si aspettava uno sconto, o addirittura l’annullamento della pena. Confermata anche l’ammenda di 4.500 euro, così come la squalifica di due anni con tanto di multa nei confronti di Astarita, il calciatore che di fatto ha causato la riduzione del punteggio in classifica del Gigante.