PALERMO – Tattica, questa sconosciuta. Chissà cosa avrà pensato Robin Quaison al suo primo allenamento agli ordini di Beppe Iachini, tra spiegazioni in una lingua sconosciuta e sedute interminabili su movimenti e posizioni. Eppure è proprio grazie al tecnico del Palermo che il giovane svedese è riuscito ad evolversi, fino a diventare quell’utilissimo jolly tra centrocampo e trequarti tanto cercato proprio dall’allenatore rosanero. Gli inizi, però non sono stati affatto semplici, proprio per la difficoltà ad adattarsi ad un calcio rigido come quello italiano: “Adesso, più o meno, so cos’è il calcio italiano – ammette Quaison ad una tv svedese -. Quando sono arrivato al Palermo non capivo molto, per me era tutto nuovo”.
È servita la pazienza di un allenatore come Iachini per far rendere al meglio un giocatore dalle sue caratteristiche. Lo stesso Quaison non nega di dover ringraziare il suo allenatore per averlo reso un giocatore più duttile e pronto a qualunque soluzione a livello tattico: “Mi ha fatto capire come tenere la posizione, come pressare con la squadra. Per me erano tutte cose nuove. C’è voluto del tempo, ma adesso ho imparato. In Svezia non si lavora tanto su queste cose, forse nel Palermo si esagera pure un po’. Credo comunque sia stato importante per me”. L’unico dubbio, che Quaison è stato bravo a trasformare in un vantaggio, riguarda il ruolo: “Le mie caratteristiche portano ad esprimermi al meglio nella metà campo avversaria, sono un giocatore offensivo”.
Così come Quaison, un altro ragazzo che deve tanto a Iachini è Andrea Belotti. L’attaccante sarà avversario dello svedese questa sera con la maglia dell’Under 21, una sfida che il giovane centrocampista attende con ansia: “Sarà bello giocare contro di lui e contro l’Italia, perché è da un anno che sono lì”. Le sue aspettative, per l’Europeo della Svezia, sono comunque positive: “Nel nostro girone giocheremo contro tre nazionali forti, inoltre nell’altro gruppo ci sono altre squadre di alto livello. Ci sono solo ottime squadre in questo torneo. Noi abbiamo una buona rosa, siamo forti e nel nostro gruppo c’è una buona chimica. Credo che questo possa portarci molto lontano”.