CARINI (PALERMO) – L’ora X non è scoccata più. Sarebbe dovuta arrivare tra oggi e domani, con la convocazione del consiglio comunale, invece si è chiuso tutto con un clamoroso nulla di fatto. Il Palermo non avrà il proprio centro sportivo a Carini, la burocrazia ha avuto ancora una volta la meglio sui progetti del club rosanero. Che i tempi si fossero ridotti all’osso si era capito, tant’è che un eventuale via libera sarebbe arrivato solamente in extremis, ma alla fine non si è riusciti a portare a compimento l’opera. E non si dica che è la solita Italia o la solita Sicilia, perché dall’altro lato dell’Isola, in quel di Mascalucia, il Catania è riuscito a dotarsi di un impianto tra i più moderni del paese. Non sarà così per il Palermo, invece, che sbatte su un muro invalicabile chiamato elezioni.
Il 31 maggio gli abitanti di Carini saranno chiamati alle urne. Per legge, 45 giorni prima delle elezioni il consiglio comunale può essere convocato solamente per attività ordinaria. Ecco perché tra il dire e il fare c’era di mezzo un mare sconfinato, quello dell’interesse di un privato (Zamparini) contro il pubblico. In realtà così non doveva essere, perché c’era l’intenzione di far passare il progetto del nuovo centro sportivo del Palermo nell’ultimo consiglio straordinario, da convocare il 29 maggio. Il centro sportivo sarebbe rientrato alla voce “oneri di urbanizzazione”, rientrando così nell’interesse del Comune di Carini. Un’idea non condivisa da tutti, tant’è che questo consiglio non si terrà e si andrà subito al voto, rinviando il tutto ad una nuova giunta.
E dire che in casa Palermo regnava l’ottimismo, tranquillizzati probabilmente dagli ultimi incontri avuti a Carini. D’altronde, uno Zamparini decisamente infuocato contro dirigenti e politici si è presentato davanti agli studenti dell’Università di Palermo proprio all’indomani di un incontro col sindaco Agrusa, nel quale si è parlato sicuramente dell’iter procedurale per dare il via libera ai lavori del centro sportivo. E dell’impianto, così come del nuovo stadio e degli altri progetti del Palermo, non se n’è certo parlato in maniera catastrofica. Tutte prove a sostegno di una tesi ben chiara: Zamparini e il Palermo erano convinti di essere arrivati al termine della maratona burocratica. D’altronde, mancava solo l’ultimo semaforo verde.
Al traguardo si è accesa invece una luce rossa, l’ennesimo stop ad un’opera che a questo punto non nascerà più. Due anni sono anche troppi per aspettare ulteriormente nuovi sviluppi. Adesso si andrà alle elezioni, con ogni probabilità si finirà al ballottaggio a luglio e quindi il nuovo consiglio comunale chiamato a decidere sul progetto del Palermo si riunirà a settembre. Proprio in quel mese, la dirigenza del club di viale del Fante contava di posare la prima pietra per il nuovo impianto. Così non sarà, e a rimetterci non sarà soltanto Zamparini. Se c’era un modo per inserire quel progetto in un ordine del giorno di attività ordinaria, era proprio perché da quell’impianto sarebbero entrati nelle casse comunali gli oneri di urbanizzazioni. Soldi che, a questo punto, non vedrà più nemmeno il Comune.