CATANIA – La costituzione della Sicula Trasporti Spa in pieno lockdown non è passata inosservata alla Procura di Catania. Già in quel periodo il pm aveva depositato al gip una richiesta di misura cautelare nei confronti dei vertici della società per traffico illecito di rifiuti. Infatti negli atti dell’inchiesta di Mazzetta Sicula è finita un’integrazione investigativa condotta dalla Guardia di Finanza che riguarda proprio l’insediamento del nuovo consiglio d’amministrazione e i primi atti approvati dal cda. Per il gip si tratta di una “finta – perché di pura apparenza – trasformazione delle società dei Leonardi da Srl a spa”. Per la difesa invece si “tratta di un percorso lecito e corretto. Ed è un dato pacifico e documentato”. È questa la precisazione degli avvocati Pietro Granata e Calogero Licata, che assistono la società nel filone d’indagine che ha portato alla richiesta del pm di una misura interdittiva di due anni nei confronti non solo della Sicula che gestisce la pattumiera più grande della Sicilia orientale ma anche delle altre Srl finite nel mirino delle fiamme gialle: Sicula Compost, Gesac ed Edile Sud. Secondo la legge 231, una volta applicata la misura cautelare decadono gli organi in carica e la società viene gestita da un commissario nominato dal gip.
Udienza rinviata
Un’istanza quella del sostituto procuratore Marco Bisogni che doveva essere discussa nell’udienza di ieri, ma una serie di vizi nelle notifiche ha portato il giudice Stefano Montoneri a disporre il rinvio al prossimo 14 settembre 2020, alle 10.30. I due penalisti sono pronti a dimostrare non solo “la legittimità e la correttezza” di ogni passaggio, ma anche come “la costituzione della Spa” ha permesso alla società di assumere una forma societaria “più adeguata” alle dimensioni e al turnover. Una società per azioni, inoltre, deve avere al suo interno organi che sono predisposti al controllo. La srl, dunque, non sarebbe stata “la macchina giusta” per un colosso come la Sicula Trasporti. Che ad oggi ha “in pancia” risorse “per 56 milioni di euro”. Di questi 2.100.000 sono stati utilizzati per costituire il capitale sociale della nuova spa. “Di fatto in questo modo si è bloccato il denaro all’interno dell’assett societario”, evidenziano gli avvocati di Sicula.
Gip: “Operazione di mera facciata”
Una lettura completamente diversa da quella messa nera su bianco sulle oltre 400 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Montoneri. “Gli indagati sono preoccupati di adottare delle strategie societarie per eludere le indagini e soprattutto possibili conseguenze di perdita dei profitti illeciti a seguito di provvedimenti cautelari nei loro confronti”, scrive il gip. E ancora: “Le indagini successive alla presentazione della richiesta cautelare del pubblico ministero mostrano come le attività degli indagati sono – a oggi frenetiche e finalizzate a massimizzare i propri guadagni illeciti con il minimo rischio”. Per la magistratura l’operazione che ha portato alla costituzione della Società per Azioni con l’insediamento di un consiglio d’amministrazione composto dall’avvocato Vito Branca, in qualità di presidente, di Carmine Spina, nel ruolo di amministratore delegato e di Antonino Leonardi, come vice presidente (che si è dimesso dopo l’arresto) sarebbe di “mera facciata”. Anche perché -secondo la tesi accusatoria – “la trasformazione societaria” si porterebbe “dietro il controllo della Sicula Compost” visto che la Sicula ne detiene il 100% delle quote. Il gip è lapidario: “La trasformazione è stata concepita, suggerita e attuata solo per depistare, eludere, sviare. Di questo parlano in maniera eclatante gli indagati nelle conversazioni”.
La posizione della difesa
Una valutazione che ritengono errata gli avvocati Granata e Licata, che invece evidenziano come la creazione della spa non solo non abbia alimentato alcuna condotta illecita, ma anzi al contrario abbia “salvaguardato” il patrimonio della società con la creazione di un Cda di “altissimo profilo” , un collegio di vigilanza e un collegio sindacale composto da professionisti specchiati. Tutto concepito solo nell’interesse della società. “Questo si può desumere anche dalle intercettazioni che sono nell’ordinanza – chiariscono i due difensori – il dottor Spina è chiaro mentre parla con Leonardi: accetterà l’incarico solo se Leonardi non interferirà e garantirà autonomia nelle scelte. E solo quando Leonardi assicura che “non farà l’accentratore” Spina accetta di entrare nel cda”. Per Granata e Licata la richiesta di misura interdittiva non ha motivo di essere applicata, perché la società così come è amministrata non corre alcun pericolo “di commissione di reati”.
La spartizione degli utili, accusa e difesa
Il gip, a fondatezza della tesi accusatoria che ritiene la nascita della Sicula Trasporti al solo “scopo di consentire agli indagati di godere dei proventi illeciti, attribuendo alle operazioni una parvenza di legalità”, evidenzia come “uno dei primi atti del Consiglio di Amministrazione è stato quello di approvare il prelievo dai conti bancari della Sicula Trasporti s.p.a. e quindi la assegnazione ai tre soci (Leonardi Antonino, Leonardi Salvatore e Leonardi Agata) di un milione di euro ciascuno”. Montoneri schematizza anche i vari passaggi: “Tale piano (messo concretamente in atto nel maggio 2020), prima, risulta dalle intercettazioni; poi, è stato approvato (1’8/05/2020) dal Consiglio di Amministrazione”. Ed è qui che secondo il giudice casca l’asino: “Vi è così la plateale dimostrazione che gli indagati attraverso una trasformazione societaria di facciata implicante anche l’aumento del capitale sociale – si stanno dividendo denaro contante più facile da far sparire”. I due avvocati rimodulano la costruzione relativa alla spartizione degli utili del 2019 che – precisano – era stata già deliberata dalla “srl”. Un atto che per quanto assolutamente legittimo “non è stato ritenuto opportuno dalla nuova governance della spa”. “Infatti quando si insedia il nuovo cda, invece della spartizioni di tutti gli utili che ammontavano a 18 milioni di euro – spiegano Granata e Licata – vengono distribuiti a titolo di anticipazione 2 milioni e 100 mila euro ai tre soci (quindi 700 mila euro a testa, ndr) perché come hanno motivato i Leonardi sarebbero serviti per pagare il dovuto all’Erario e il resto degli utili non distribuiti è finito nelle riserve della società”. Un altro tassello che dimostrerebbe – secondo i due legali – l’assoluta assenza di “pericolo” se il timone dell’azienda restasse all’attuale governance. Che ha già chiesto all’autorità giudiziaria di indicare una persona da inserire nel cda al posto del dimissionario Antonello Leonardi.
Gli amministratori giudiziari
L’intero compendio patrimoniale della Sicula e le quote societarie sono sotto sequestro e affidati ai tre amministratori giudiziari Salvatore Belfiore, Salvatore Virgillito e Pasquale Maria Castorina. “La gestione dei beni in sequestro deve ritenersi particolarmente complessa – scrive il gip – avuto riguardo al numero dei comuni dove sono situati i beni aziendali, ai complessi aziendali stessi, alla natura delle attività da proseguire nonché al valore ingente del patrimonio e all’importanza dell’attività (di interesse sociale) svolta dalle imprese. Si devono nominare almeno tre amministratori giudiziari, stabilendo che essi possano operare disgiuntamente, sebbene sotto la supervisione e il coordinamento – dispone il giudice – di uno tra di loro al fine di un maggior raccordo e di una maggiore unitarietà gestionale tra le varie società”. Appuntamento a settembre, dunque. Intanto, fuori dalle aule del tribunale, si prevede un’estate caldissima per la gestione dei rifiuti.