CATANIA – Una sorta di “aggiornamento” del software. Ma in questo caso da aggiornare c’è il capitolo sulla Sicula Trasporti, tra le protagoniste dell’inchiesta condotta dalla Commissione Regionale Antimafia sul ‘Ciclo dei Rifiuti in Sicilia”. Oggi, a Catania, il presidente Claudio Fava e gli altri deputati hanno organizzato un focus dedicato al colosso della famiglia Leonardi, travolto dall’inchiesta – dal nome emblematico – Mazzetta Sicula, i cui capi d’imputazione si muovono tra traffico illecito di rifiuti e corruzione, con un appendice al ‘riciclaggio’. “La percezione che noi abbiamo è che il 7 luglio andare a una conferenza dei servizi per decidere di avviare un procedimento autorizzato per questa nuova discarica sia assolutamente improprio nei tempi e nei contenuti”, è il primo commento del presidente Claudio Fava al termine delle audizioni programmate stamattina. L’autorizzazione riguarda un impianto di quattro milioni e mezzo di metri cubi. “Significa il triplo di quanto produce in termini di rifiuti la Sicilia in un anno”, annota ancora Fava.
C’è stato il primo faccia a faccia con gli amministratori giudiziari nominati dal giudice Stefano Montoneri, Salvatore Belfiore, Salvatore Virgillito e Pasquale Maria Castorina. “Gli amministratori giudiziari hanno detto – argomenta ancora il presidente dell’Antimafia regionale – che non potranno, prima della nomina dei consulenti tecnici che avverrà nei prossimi giorni, sapere esattamente in che modo è stata gestita la discarica della Sicula Trasporti”. Inoltre pare che ci siano dei problemi anche nella scelta dei professionisti da nominare. “Hanno difficoltà a trovare consulenti che non abbiano avuto in passato interferenze o relazioni con la famiglia Leonardi”, aggiunge ancora Fava. L’altro assetto da definire è la governance: precisamente il rapporto tra gli amministratori giudiziari e in consiglio di amministratore della spa. “Al momento non sappiamo se resterà in carica”, precisa il presidente pungolato dai giornalisti. Per l’Antimafia fino a quando non sarà possibile avere un quadro chiaro su come è stata gestita la pattumiera più grande della Sicilia orientale “non si può procedere” con l’iter di autorizzazione “come se tutto questo fosse solo un momento di dettaglio”. “Ci sembra un azzardo dal punto di vista politico, amministrativo e ambientale”, sentenzia Fava. Che aggiunge: “Un atto irresponsabile”.
Nel corso della missione catanese si è svolta anche l’audizione del sindaco di Lentini, Saverio Bosco, che ha dato parere negativo al nuovo mega impianto. E da quanto raccontato dal primo cittadino del comune interessato alla discarica emergono “molti aspetti opachi”. E anche inquietanti. Leonardi avrebbe telefonato a Bosco dicendo che se ci fosse stata la sua firma per fare accendere il semaforo verde all’autorizzazione “avrebbe rivisto la situazione sui debiti”. Stiamo parlando di royalties non versate che si aggirerebbero ai 15 milioni di euro. “Una forma di mobbing fortemente scorretta”, la definisce il presidente Fava.
Non solo aggiornamenti giudiziari e politici, la Commissione guidata da Claudio Fava ha voluto anche ascoltare chi ‘vive’ a pochi passi dalla collina della ‘spazzatura’, soprattutto nella zona di Vaccarizzo (frazione marinara tra Catania e Lentini). Sono stati auditi alcuni componenti delle associazioni ambientaliste e dei comitati civici che in questi anni hanno denunciato fatti che poi sono entrati (a gamba tesa) tra le accuse contestate dal pm Marco Bisogni. “Dalle audizioni è venuto fuori un quadro preoccupante – commenta la vicepresidente Rossana Cannata – i comitati cittadini da anni segnalano quello che stava accadendo. Dobbiamo capire – insiste la deputata regionale – se si è trattato di una superficialità endemica o voluta”.
La situazione dopo il 6 giugno alla Sicula Trasporti si è un po’ modificata a livello di quantità di rifiuti abbancati. “Gli amministratori ci hanno detto che si è passati da 1000-1500 tonnellate – racconta Fava – alle 3000 mila tonnellate per cui l’impianto è autorizzato”. È anche strana la casualità che pochi giorni dopo al blitz vi siano stati dei guasti che hanno causato lo stop del conferimento. Anche in questo campo ci sono diverse ombre da diradare.
Quella che viene fuori è una fotografia in bianco e nero di ipotesi giudiziarie, perché – va ricordato – l’inchiesta è ancora nella fase delle indagini preliminari. E quindi in piena evoluzione. Il quadro, sul piano cautelare almeno, potrebbe già modificarsi il prossimo lunedì quando arriverà la decisione del Tribunale della Libertà. Si sono svolte oggi, infatti, le udienze davanti al Riesame di Catania per i due fratelli Leonardi. La difesa ha chiesto l’annullamento della misura in carcere per Antonello e ai domiciliari per Salvatore. È invece stata rinviata a settembre l’udienza per valutare la richiesta di misura interdittiva avanzata dalla Procura che – se accolta – significherebbe azzeramento degli organi societari e commissariamento della società.
Nell’attesa dei vari step giudiziari, intanto la Regione dovrebbe – a parere dell’Antimafia – attendere di conoscere i vari aspetti della vicenda e quindi non avviare alcun iter, anche per non incorrere in quelle risposte (“imbarazzanti”, secondo Fava) dei funzionari regionali che sono finite nella relazione sul Ciclo dei Rifiuti approvata all’unanimità dalla Commissione.
Una bordata politica al presidente Nello Musumeci sul caso Sicula l’ha fatta il deputato regionale di Italia Viva Nicola D’Agostino. “Ad oggi non c’è stato alcun intervento da parte di Musumeci, vogliamo sapere cosa pensa la Regione su questo caso Sicula”. Un intervento fuori dal coro che ha provocato la reazione di Giorgio Assenza, deputato di Diventerà Bellissima. “È importante però capire che davanti a un’emergenza rifiuti non si può solo dire di no, ma servono motivazioni concrete”.