E' tornato a riunirsi il Consiglio camerale

E’ tornato a riunirsi il Consiglio camerale

Il resoconto della riunione tenuta in videoconferenza.

CATANIA. Si è riunito (in video conferenza, in via dei Cappuccini) il secondo Consiglio camerale del 2021 che, in realtà, era la prosecuzione di quello del 9 febbraio e che aveva all’ordine del giorno l’elezione di un nuovo componente di giunta al posto di Michele Marchese venuto a mancare il 13 gennaio. Elezione che non si fece a febbraio né è stata fatta adesso a causa di un guasto al sistema che impediva la votazione segreta. È probabile che nel prossimo consiglio, in calendario a giugno, l’elezione si farà visto che le disposizioni anti-covid del governo permettono, adesso, le riunioni in presenza nella dovuta sicurezza.
Nella seduta di febbraio è stato discusso, e poi votato, un ordine del giorno sul numero dei consiglieri camerali. La nuova normativa prevede la riduzione del numero dei componenti da 33 a 22, un numero che non sarebbe rappresentativo per una SuperCamera che comprende tre province – Catania, Siracusa e Ragusa -. Ecco perché la consulta di Siracusa ha proposto un documento – approvato dal Consiglio – da presentare a UnionCamere e poi al ministero e alla Regione Siciliana. Il quesito però dovrà attendere almeno fino al 4 luglio, quando verrà eletta la nuova governance di UnionCamere che sarà (si sa già visto che è l’unico candidato) sotto la guida di Andrea Prete, uomo del sud, è di Salerno, e in forza a Confindustria.

Aperta e chiusa in meno di un’ora la seduta di febbraio non ha avuto picchi particolari se non la richiesta di Vecchio (Confindustria), che ha chiesto una risposta scritta sulla presenza di Guzzardi come componente in quota industria.
Con più mordente, elezione sospesa a parte, il Consiglio di martedì se non altro perché tra i punti all’o.d.g. prevedeva un dibattito – una relazione, in realtà, dell’ad Nico Torrisi – sull’attività della Sac SpA, la società di gestione dello scalo etneo. Relazione legata a doppia mandata all’atavica questione delle pensioni camerali che ricadono sul groppone della Camera – di ogni Camera siciliana – per “colpa” di Renzi e del ministero retto da Patuanelli fino a febbraio 2021. Insomma per come stanno le cose e le casse della Super Camera – che comunque non sono messe così male rispetto alle consorelle isolane, ha ammesso Pietro Agen durante la seduta – la vendita delle quote di Sac SpA permetterebbe di estinguere la pendenza della CCIAA. “Se l’INPS accetta – ha detto Agen – abbiamo pronta la soluzione di attivare il fondo regionale depositando 75 mln di euro e andando a integrare con 3.5mln di euro oltre gli eventuali introiti che ci sarebbero”. Un progetto possibile che potrebbe essere formalizzato con l’assessore regionale Turano la prossima settimana. Si conclude con il bilancio di esercizio al 31 dicembre del 2020, 5° punto all’o.d.g., che viene approvato con 20 Sì e 4 astenuti alle ore 17.07.

La relazione sulla Sac

È il momento di Nico Torrisi che riassume, in poche parole, il massacro provocato dalla pandemia a tutti gli aeroporti italiani e, forse, un po’ meno a quello catanese che pur contando sulle tratte nazionali ha dovuto dire addio, nel 2020, al traguardo di oltre 10 milioni di passeggeri registrati a dicembre 2019. Un trend che sarebbe stato confermato e doppiato nel 2020, stando ai numeri dei primi due mesi, se il Covid-19 non ci avesse messo lo zampino. Nonostante ciò Fontanarossa ha chiuso il 2020 come quarto scalo nazionale dopo Fiumicino, Malpensa e Napoli proprio grazie al mercato domestico. Posizione e numeri che invogliano gli investitori a puntare su Catania, basti pensare a Wizz Air che, in nove mesi e proprio sotto pandemia, ha fatto dello scalo etneo la sua base aerea, ha aumentato i velivoli fissi da due a tre e lanciato una campagna di reclutamento per 40 persone da impiegare a bordo.
La posizione finanziaria di Sac è molto florida, ha spiegato Torrisi, ma abbiamo acceso un prestito di 25 milioni che contiamo di non utilizzare, per proseguire una serie di investimenti che riguardano: la viabilità, l’adeguamento del terminal Morandi e l’ampliamento del terminal C. Sono previsti interventi sui parcheggi con un progetto che ne prevede la copertura con impianti fotovoltaici. La strada è quella di rendere l’aeroporto energeticamente autonomo. Stiamo anche creando gli spazi per consentire alle società di noleggio auto di avvicinarsi all’aerostazione.
Abbiamo introdotto la fidejussione bancaria con escussione a vista per chi prende in affitto alcune aree. E questo ci consente, nell’eventualità, di mitigare le perdite.
Riguardo la forza lavoro, abbiamo 180 dipendenti non ne abbiamo licenziato nessuno tranne che per giusta causa in casi purtroppo indispensabili. Ad oggi abbiamo 163 dipendenti con un piano di incentivazione all’esodo che ha prodotto dal 2019 a oggi, a fronte di 392mila euro di incentivi, un risparmio corrispondente stimato netto di 1 milione 236mila euro. Stiamo proseguendo su questa linea migliorando il livello qualitativo degli impiegati già esistenti e con l’intenzione, se la crescita sperata sarà reale, di aumentare la forza lavoro in modo mirato.
Riguardo l’aeroporto di Comiso forse, parafrasiamo il concetto dell’AD, bisognerebbe attirare l’attenzione della Regione Siciliana che ha emesso due aiuti finanziari per Comiso e Trapani, due aeroporti della stessa valenza solo che al primo, che ha tra i soci un Comune non economicamente florido, sono stati dati poco meno di due milioni di euro mentre al secondo 10mln. E questo pur sapendo che Trapani Birgi è di proprietà quasi esclusiva della Regione.

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