PALERMO – Code chilometriche, cantieri infiniti, rimpalli tra istituzioni e lavori che non si sa quando finiscono, ma nemmeno quando iniziano. Sono giorni di passione per gli automobilisti palermitani, alle prese con una circonvallazione diventata un vero e proprio girone dantesco fatto di serpentoni di automobili imbottigliate in un traffico impazzito. Non che sia una novità, visto che le transenne in viale Regione Siciliana all’altezza di via Principe di Paternò hanno fatto la propria comparsa a novembre dello scorso anno, ma il problema è che la riapertura, annunciata dal Comune per maggio, è rimasta solo una promessa e non è neanche all’orizzonte, mentre va avanti il rimpallo tra l’amministrazione Orlando e quella Musumeci.
Non va meglio sul ponte Corleone, dove la ditta ha iniziato a restringere ulteriormente le carreggiate senza aver avvisato nessuno e beccandosi quindi una multa, ma la “riapertura” della seconda corsia è solo temporanea visto che a giorni gli operai torneranno in azione. Un caos reso perfetto dai cantieri lato mare (su tutti il sottopasso di via Crispi) e da quelli in via Roma dove da martedì prossimo tornerà anche la Ztl e che ha conseguenze su tutta la città, compresa la via Oreto il cui ponte è ancora in attesa di lavori urgenti mai partiti. “Una situazione surreale – attacca il capogruppo della Lega Igor Gelarda – per la circonvallazione che può essere definita, senza timore di smentita, la strada più trafficata d’Italia. Considerando tutti i cantieri in città e la riattivazione della Ztl, è chiara l’aspirazione dell’assessore alla Mobilità, Giusto Catania, di far guadagnare a Palermo il triste primato di città più trafficata d’Europa”.
Via Paternò, cantiere infinito
La vicenda dei lavori all’altezza del Lidl di via Principe di Paternò (ex Salamone e Pullara) ha ormai assunto i tratti tipici del paradosso. A novembre scorso l’amministrazione ha deviato il traffico sulla laterale della circonvallazione per intervenire sul canale Mortillaro, cioè uno dei canali di maltempo costruiti nel secolo scorso e che servono a convogliare le acque piovane da monte a valle: 250 mila euro messi sul piatto dal ministero dell’Interno sarebbero dovuti servire per completare l’opera in un paio di mesi.
Peccato che, scavando, i tecnici si siano accorti che il canale Passo di Rigano che procede e a fianco e in un punto si interseca col Mortillaro, avesse bisogno di un intervento e neanche dei più semplici. Perché il Passo di Rigano è una sorta di fiume sotterraneo, secondo per grandezza solo all’Oreto, in cui affluiscono le acque non solo del Mortillaro ma anche dei canali Luparello, Celona e Borsellino. In realtà sul Passo di Rigano gli interventi sono iniziati ma in via Montepellegrino, zona Fiera del Mediterraneo, e dovrebbero concludersi non appena arriveranno i tavoloni ordinati dalla ditta. TUTTI IN CODA E NESSUNO INTERVIENE: IL VIDEO
Chi paga?
Ma, scoperto che bisognava intervenire anche in viale Regione, è sorta spontanea la domanda: chi paga? Già, perché l’intervento, sebbene non sia stato ancora definito, richiederebbe almeno mezzo milione di euro. Il Comune di Palermo ha alzato subito le mani: la competenza, in virtù di varie sentenze, è della Regione che però, a sua volta, si rifà a un regio decreto del 1904 che assegna la manutenzione ai comuni. Del caso si è interessata anche Striscia La Notizia che ha rivelato la risposta data dalla Regione al capogruppo della Lega, Gelarda, in cui l’Autorità di bacino non solo ha negato ogni responsabilità, ma ha anche messo nero su bianco di non voler essere tirata in mezzo dall’amministrazione Orlando.
I lavori sul Mortillaro ormai sono agli sgoccioli, ma il problema è che non si è ancora capito chi dovrà intervenire sul Passo di Rigano e con quali somme. E finché il nodo non sarà sciolto, la circolazione non potrà riprendere: nessuno infatti, neanche la Protezione civile, è disposta a certificare che si può riaprire in sicurezza, da qui il rinvio della riapertura che era stato annunciato per maggio.
“Stiamo dialogando con la Protezione civile nazionale” assicura l’assessore comunale Maria Prestigiacomo che, peraltro, punta tutto su un comunicato stampa diramato lo scorso 6 maggio dalla Regione e in cui Musumeci, in qualità di guida della struttura contro il dissesto idrogeologico, annunciava indagini geologiche e geotecniche proprio sul Passo di Rigano per la manutenzione e il consolidamento degli argini. Quindi, ragionano a Palazzo delle Aquile, il governo regionale avrebbe implicitamente ammesso la competenza anche sui lavori della circonvallazione.
Al momento, però, si tratta solo di elucubrazioni e la verità è che non c’è neanche una data sulla possibile riapertura di viale Regione, con buona pace degli automobilisti che saranno costretti (non si sa per quanto tempo) a fare la gincana. “La domanda che devono porsi i palermitani non è quando finiranno i lavori, ma quando inizieranno e chi dovrà farli – commenta Gelarda – Al momento però non sta lavorando nessuno per la diatriba tra Regione e Comune: a sei mesi dalla chiusura, non si capisce ancora chi debba intervenire”.
Corleone, 20 giorni di passione
E come se questo non bastasse è riesplosa la grana del ponte Corleone che, in seguito a una relazione dei vigili del fuoco, a fine febbraio ha subito il restringimento delle corsie. Il Comune, raschiando il fondo del barile, ha trovato circa 100 mila euro per intervenire sui giunti (carrabili e pedonali) e sul sistema di scolo con la posa di 25 pluviali, risanando puntoni e archi. Lavori che dovrebbero durare una ventina di giorni, salvo imprevisti, e che dovrebbero, ma il condizionale è anche qui d’obbligo, consentire di eliminare il restringimento.
Peccato che due giorni fa la ditta, senza neanche avvisare il Comune, abbia iniziato a montare il cantiere riducendo a una sola corsia la circolazione: il risultato è stato un serpentone di automobili che è arrivato fino all’altezza di viale Lazio, con i palermitani che hanno impiegato anche un’ora e mezza per compiere un tratto che solitamente si completa in una ventina di minuti. Il Comune ha multato l’impresa e adesso è al lavoro sull’ordinanza e sui percorsi alternativi, ma l’avvio del cantiere è comunque previsto a brevissimo e, c’è da scommetterci, manderà il traffico in tilt.
“Si tratta della prima parte dei lavori di messa in sicurezza del Ponte Corleone, così come richiesti dai Vigili del Fuoco – spiega l’assessore Prestigiacomo – Li stiamo compiendo utilizzando un accordo quadro in essere, mentre gli ulteriori lavori di messa in sicurezza saranno eseguiti con il nuovo accordo quadro già appaltato”. “Il ponte Corleone – dice Gelarda – da anni ha problemi dichiarati di stabilità che il Comune sta cercando di rimettere in sicurezza con quei pochi soldi rimasti, nonostante i milioni annunciati nell’accordo quadro e che non ci sono”.