PALERMO- Sono stanchi i ragazzi dell’hub vaccinale di Agrigento, dopo lunghi mesi di trincea. Ma in questa foto sorridono e pensano alla cena che faranno insieme, come una scolaresca nelle sere prima degli esami, sperando che il Covid diventi un incubo in dissolvenza, almeno nelle sue forme più cruente. E ci hanno contattato per raccontare le storie che vivono sulla loro pelle, come accade in tutti quei mondi che formano l’unico mondo del contrasto alla pandemia.
“Non guardiamo l’orologio”
C’è Adriana Vitale, che fa parte della squadra. E che manda i suoi pensieri affettuosi, sparsi via whatsapp: “Non si guarda l’orologio, non si timbra un cartellino, semplicemente si anticipa e si posticipa il proprio turno con spirito di solidarietà e rispetto reciproco che va oltre il dovuto e si trasforma in volontariato, che diventa gioia, che arricchisce e fa sentire migliori. Una ventata di giovane freschezza che non è necessariamente legata al dato anagrafico, piuttosto alla voglia di fare, di studiare strategie vincenti, il desiderio di risolvere tempestivamente qualsiasi problema. L’hub vaccinale Palacongressi di Agrigento è tutto questo, è servizio incessante, è nome, cognome, volto e vissuto di ogni individuo che si affida fiducioso nelle mani esperte di chi segue passo, passo ogni fase di quello che è un atto di civiltà che va a braccetto con l’atto di protezione individuale, che gioco forza, si trasforma in collettiva”.
“Voglio il vaccino”
E c’è, per fortuna, una ripresa delle vaccinazioni, secondo quanto raccontano, nonostante il grandissimo caldo. L’altro giorno, per esempio, una signora di oltre ottant’anni è arrivata con il taxi. Le hanno spalancato lo sportello per aiutarla a ricevere la sua prima dose, mentre la seconda verrà somministrata a domicilio. “Voglio vaccinarmi – ha detto -. Portatemi subito da un medico”. Detto fatto.
“Un abbraccio ai giovani”
“Voglio mandare un abbraccio ai giovani – dice Adriana – che aspettano il loro turno con compostezza ed educazione. Oggi mi sono complimentata con loro mentre registravo la loro vaccinazione, mi hanno guardata con il sorriso negli occhi. Forse avremo una generazione migliore. Lo vedo nei sacrifici dei miei colleghi, tutti giovani”. I giovani che sono scesi in campo con tutta la loro passione. Come quei due operatori dell’hub della Fiera di Palermo che abbiamo immortalato in tuta e dispositivi, con quaranta gradi all’ombra. Quando avremo vinto questa guerra dovremo ricordarci dei ragazzi siciliani che hanno combattuto accanto ai più grandi, sfidando la paura. Sono cresciuti in fretta. Saranno siciliani migliori.