Cosa dicono i ragazzi della sinistra - Live Sicilia

Cosa dicono i ragazzi della sinistra

Nelle scuole occupate
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“Rappresentare il popolo”. “Servire il proprio Paese nel migliore dei modi”. E ancora: “Scendere in mezzo alla strada”. Infine: “Avere una posizione e difenderla, senza prendere altri accordi”. Ciò che gli “okkupanti” delle scuole medie superiori intendono per “sinistra”, raramente riescono ad individuarlo in un partito. A osservarle più da vicino, però, queste peculiarità, più che di sinistra, sembrano i punti cardine di qualcosa di più ampio, di più condivisibile. Usando una parola più appropriata, di una democrazia. Valerio, per esempio, si dice “contro tutti gli estremismi” perchè “aperto al dialogo”. Secondo lui “la sinistra dovrebbe rappresentare il popolo, ma – conclude – non è così”. “Ancora non ho un’idea ferma” premette Maria Chiara, che sicuramente, però, non si rivede in questa destra “che non pensa al futuro del Paese e dei giovani”. È nel leader di Sinistra Ecologia e Libertà che sente potrebbe arrivare una nuova possibile ventata di cambiamento: “Vendola lo stimo tantissimo – spiega – e secondo me è una persona onesta, che potrebbe dare una spinta a questo Paese”.

Parlando della sinistra parlamentare, invece, Fabrizio dice che “purtoppo è il male minore. Io ho votato Bersani, perchè penso sia una persona competente, ma quando lo vuole lui”. L’errore di questa opposizione, Fabrizio la vede nei suoi metodi: “Non è solamente l’intervento in tv, contro Berlusconi che risolve le cose. E il buon politico è chi trova il modo giusto, chi cerca di servire il proprio paese nel migliore dei modi”. Come lui la pensa Carolina, che scorge da una parte “un partito che non si fonda su nessun tipo di idea e allo stesso tempo, nessuna alternativa valida”. Carolina accenna anche a un risultato: “Un’Italia distrutta dal punto di vista economico e dal punto di vista morale, perchè portano i giovani a rinunciare alla speranza di uno Stato che incarni dei valori”. Ecco perchè secondo lei occorre qualcuno che continui a “dare ai ragazzi delle speranze, perchè non svendano le proprie idee smerciandole con un pò di sicurezza”.

Un qualcuno che per adesso per lei non c’è, e non c’è neanche per Manfredi, scappato da Rifondazione Comunista assieme a Nichi Vendola.Ma non con lui: “Non è che se perdi elettoralmente, te ne scappi”. Secondo Manfredi “Nessun politico in questo momento dà risposte concrete. Non sappiamo con chi identificarci: anche i più grandi con queste continue trasformazioni non vanno più a votare”, come i suoi, che non votano da vent’anni. E ancora: “Sinistra è diritto allo studio, diritto al lavoro”. Poi dal presente passa al condizionale: “la sinistra se fosse tale dovrebbe riconoscere il nostro movimento e interessarsi al popolo. Siamo noi che scendiamo in piazza a sensibilizzare la gente, loro stanno seduti sulla poltrona, non si vedono in mezzo alla strada” continua, precisando però che il loro non è un movimento di sinistra: “Non ci sono fascisti perchè l’occupazione si dichiara antifascista. C’è chi si dichiara di destra, che è diverso”.

Anche Francesco ci tiene a sottolinarlo: “Non si può dire che questo movimento sia di sinistra. Qui c’è anche chi non vota Berlusconi ma che si dice di destra”. Anche lui si dice di sinistra e parla delle sue scelte per spiegare il perchè. Racconta infatti di potersi permettere di andare in un’università privata “ma – dice – rimango comunque qui a protestare. Che Guevara diceva che anche se io posso essere felice, devo tenere conto del resto del mondo che non lo è. Quindi resto qui perchè tutti devono avere gli stessi diritti”. Francesco afferma di ritrovare questi valori in Rifondazione Comunista che “ha ancora una posizione e la difende – precisa – rinunciando agli accordi, al contrario del Pd”. Per lui la sinistra è anche un “fatto di organizzazione”. Per esempio: “Nella scuola e nelle stesse occupazioni le decisioni vengono prese in assemblea”.

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