06 Marzo 2014, 11:13
3 min di lettura
Riceviamo e pubblichiamo il ricordo del professore Sandro Musco scritto da Paul Devins, coautore del libro Argimusco Decoded, scritto a quattro mani nel 2013.
Era solo in casa, come nei tanti giorni trascorsi in monastero ad Assisi, “da Francesco”. Tra fiori curatissimi, un piccolo giardino di alberi da frutto, due paurosi e dolci pastori tedeschi e tanti libri, in silenzio se n’è andato. Avrà visto ancora una volta il suo mare dall’alto prima di salire nella “troppo lenta” autoambulanza per recarsi nel “troppo lontano” ospedale di Bagheria? Quei pochi minuti sono fatali. Ma oggi non ha più senso parlarne. Fa solo male sentirsi cittadini di serie C e per questo perdere un amico.
Abbiamo pianto tanto ieri. Scrivere qualcosa di senso, con le lacrime agli occhi oltre che con la tempesta nell’anima, è opera impossibile. Gli abbiamo reso ancora visita. Quel grande uomo ci è parso così piccolo, chiuso in una “ingiusta” bara. Aveva ancora indosso le scarpe da ginnastica e la tuta con cui camminava in giardino.
Abbiamo condiviso ogni capitolo e ogni intuizione del nostro libro, Argimusco Decoded, scritto a quattro mani nel 2013. Per questo non l’abbiamo diviso in capitoli curati dall’uno o dall’altro. L’avevamo appena aggiornato qualche giorno fa e, come profeticamente, dopo la stesura dei ringraziamenti finali ad alcuni amici, primo fra tutti il carissimo Ferdinando Maurici, avevamo scritto un paragrafo conclusivo intitolato “considerazioni finali”. In esso parlavamo di un “nostro viaggio ora veramente giunto a termine”. Parole anche queste che ora fanno male.
Amante entusiasta, ma tradito dalla sua terra di Sicilia, intratteneva gli amici in lunghi racconti spesso spassosi, comunque densi di salace ironia, di fatti, uomini e circostanze in indimenticabili pranzi e cene.
Memoria e spirito implacabile, contemplava come dall’alto la storia della sua terra, dai tempi di grandi come Federico III d’Aragona, di cui è stato il più grande studioso vivente, fino al presidente Rino Nicolosi, di cui è stato stimato consigliere. E li confrontava impietosamente con “i nani di oggi”, in un diluvio di aneddoti conditi di amara e comica ironia.
Insieme, dicevamo, abbiamo scritto il libro che ci ha occupato negli ultimi due anni. Fra visite sui luoghi, cene, lunghe chiacchierate e un continuo intenso scambio epistolare di email e messaggi. Il libro tratta di scoperte, da lui “per lungo tempo ruminate”, diceva, e poi venute a maturazione insieme. Parla del grande “specchio delle costellazioni”, realizzato con gigantesche statue di pietra sul sito demaniale di Argimusco dal re Federico III, “Il Grande”, lo chiamava lui, e da sua moglie, la regina francescana, Eleonora d’Angiò.
L’ultimo aggiornamento, scritto il 24 febbraio scorso, iniziava con le parole che abbiamo ricordato sopra e finiva con questa chiosa finale: “… In un unico piccolo paesino della Sicilia abbiamo trovato una serie di “assets” di assoluto primario livello, un gigantesco Specchio delle Stelle in pietra, più uniche che rare chiese beghine/catare, rarissimi simboli alchemici e prove di pratiche (alchemiche, ndr) tese alla conquista del grande sogno dell’immortalità. Finito il nostro viaggio, consegniamo queste nostre scoperte all’Italia e agli studiosi nonché alle genti di Sicilia e di Montalbano Elicona, in particolare, perché non consentano più quell’incuria e quei vandalismi, a protezione di un unicum mondiale, patrimonio dell’umanità”.
Crediamo che meglio non potrebbe riassumersi e concludersi il grande contributo di cultura e passione civile dato alla sua terra dal nostro Sandro negli ultimi giorni della sua presenza con noi. Ma non per questo oggi non ci sentiamo più soli.
Pubblicato il
06 Marzo 2014, 11:13