CATANIA- Addiopizzo Catania interviene sulla trattativa tra le istituzioni preposte alla gestione dei beni confiscati e i famigliari del noto Vincenzo Basilotta per la vendita di una cava confiscata agli stessi Basilotta.
“Abbiamo seguito con estrema attenzione la vicenda dell’inserimento della Sud trasporti di Angelo Ercolano nella “White list” della Prefettura e siamo in attesa di una risposta da parte della Commissione Nazionale Antimafia alla quale abbiamo inviato una lettera aperta.
Con altrettanto interesse stiamo seguendo la vicenda della cessione della In.co.ter, azienda confiscata a Vincenzo Basilotta e gestita al 66% dallo Stato, alla Judica appalti e costruzioni di Luigi Agatino Basilotta, azienda che, con sorprendente coincidenza temporale, ha di recente ottenuto l’inserimento nella White list della Prefettura.
Tralasciando la facile ironia sulla opportunità di continuare a chiamare bianca questa famosa lista, non possiamo non rilevare come quest’ultima paradossale vicenda dello Stato che cede un ramo d’azienda a soggetti protagonisti di vicende giudiziarie di notevole rilievo, presenti una straordinaria similitudine con altre due vicende che negli ultimi anni hanno visto protagonisti i lavoratori di altre due aziende confiscate alla mafia: La Riela group e la LARA.
Vicende che, a nostro avviso, sono emblematiche della gestione dei beni confiscati da parte dell’Agenzia Nazionale e della incapacità della politica di dare delle risposte concrete alla evidente esigenza di riforma di un settore, quello del patrimonio confiscato alla mafia, che potrebbe, da solo rilanciare l’economia sana della Sicilia e non solo.
Proprio perché ci dispiacerebbe assistere ed essere testimoni silenziosi dei soliti corsi e ricorsi storici di cui parlava Gian Battista Vico, cogliamo l’occasione per porre alcune semplici domande sulla vicenda della cessione della In.co.ter lasciando alla coscienza dei soggetti coinvolti nella vicenda e di coloro che hanno la responsabilità politica ed istituzionale, la facoltà di rispondere:
In particolare chiediamo :
1) Corrisponde al vero che la In.co.ter vanta un credito di circa 250.000 € nei confronti della Judica appalti?
2) Sono state attivate, quando e con quale esito, le procedure per la riscossione dei crediti della società Incoter S.p.a. in liquidazione?
3) Tali crediti sono stati presi in considerazione nella trattativa relativa alla cessione della Incoter?
4) Per quale ragione la Incoter S.p.a., detentrice della concessione di cava, non effettua l’attività estrattiva con le proprie risorse aziendali, garantendo la continuità aziendale e quindi la conservazione dei posti di lavoro?
5) E’ vero che la società Incoter S.p.a. durante il periodo di amministrazione giudiziaria si è aggiudicata in joint venture un importante appalto internazionale?
6) Quale è stato il ritorno economico di tale operazione?
7)Considerato, infine, che nel contratto di trasferimento del ramo di azienda che, secondo quanto rivelato da Live Sicilia Catania, avrebbe dovuto essere sottoscritto il prossimo 13 ottobre, tra l’altro si legge che “ La cedente ( Incoter ndr )dichiara che alla data odierna non esiste personale alle dipendenze del ramo d’azienda alienato, che come tale viene trasferito alla società cessionaria….” Ci chiediamo se gli 11 dipendenti della Incoter che fino ad oggi hanno garantito con il loro lavoro e la loro professionalità la prosecuzione dell’attività aziendale esistono o sono soltanto dei fantasmi destinati a svanire alle prime luci dell’alba?”