Appalti, truffe e potere |“Tutto sull'impero dei Basilotta” - Live Sicilia

Appalti, truffe e potere |“Tutto sull’impero dei Basilotta”

Collusioni, truffe, appalti record. Parla Nicola Costanzo, il direttore tecnico, appena licenziato, della Incoter, l'impresa che ha costruito mezza Sicilia.

Il colosso del movimento terra
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CATANIA – Gli appalti con Maltauro, la costruzione delle principali opere pubbliche siciliane, le truffe e il ruolo degli amministratori giudiziari. Nicola Costanzo, direttore tecnico della Incoter, il colosso del movimento terra dei Basilotta, in passato al centro di una confisca per mafia, parla per la prima volta. Le sue denunce hanno portato alla condanna dell’ex presidente Ance Salvatore Ferlito e all’apertura di numerose inchieste della Procura di Catania.

“Ero responsabile – esordisce Nicola Costanzo – del Servizio Prevenzione e Protezione nel MAAS (il nuovo Mercato Agro Alimentare di Catania a Bicocca) e nello stesso periodo seguivo (sempre con lo stesso incarico) il Katanè, la nuova Cassa Edile, la realizzazione del nuovo Centro Commerciale di S. Gregorio. Iniziai a seguire in qualità di Direttore di cantiere, il nuovo Centro Commerciale di Porte di Catania a San Giuseppe La Rena”.

Quali altri appalti in quegli anni si era aggiudicata l’impresa?

Con la C.M.C. il secondo tratto della SS 640 Agrigento–Caltanissetta per circa €. 25.000.000, in ATI l’Interporto di Catania €. 40.000.000, quindi, il Parco Eolico in Provincia di Messina per altri €. 18.000.000 ed il Centro Commerciale, Sicilia Village Outlett di Agira di cui si poté realizzare esclusivamente la fase iniziale.

Nel Giugno 2010 alla società F.lli Basilotta S.p.a., venne revocato il certificato antimafia ed intervenne il sequestro nel mese di Giugno del 50% delle quote societarie…

Sì, a fine Luglio è stato revocato l’incarico all’Amministratore presente (Arch. G. Messina) e fu nominato dai Soci con il benestare del Tribunale di Catania (al 50%) quale Amministratore, Gaetano Ambrogio, che resterà in carica fino a Maggio 2012

Che fine hanno fatto i contratti per gli appalti?

Sono stati tutti purtroppo tutti rescissi

Con l’amministrazione giudiziaria di Ambrogio Lei diventa direttore tecnico; in quel periodo vengono definiti nuovi contratti d’appalto?

Si, vengono aggiudicati alcuni lavori pubblici in Provincia di Ragusa, Comune di San Giovanni La Punta, Comune di Solarino, Provincia di Caltanissetta, ed altri appalti privati, per lo più opere stradali di Fornitura e Posa di Conglomerato Bituminoso, soprattutto con il Consorzio Stabile Infrastrutture S.P.A.

Maltauro?

Sì…

E poi?

CO.MER. S.P.A.

Parliamo della Società di S. Venerina quella nella quale è stato coinvolto l’ex Presidente dell’Ance Sicilia, Salvatore Ferlito?

Sì…proprio di quella, anche se mi sembra che la titolare fosse la moglie; comunque per quell’intervento – in base a quanto dal sottoscritto relazionato (insieme ad un collega), la società COMER deve oggi all’In.Co.Ter circa 220.000 euro per fatture non pagate, ma secondo quanto emerso nel processo di primo grado, che ha visto la condanna dei titolari della COMER, per truffa a danno della società Incoter Spa, non vorrei sbagliare, altri 500.000 euro…

Questa è solo una delle sue numerose denunce…ma l’impresa com’è andata avanti in questi anni?

Sono stato inviato a Palermo a seguire i lavori del raddoppio ferroviario presso la S.I.S. S.C.P.A. (siamo negli anni 2011- 2012), nel contempo l’impresa ha iniziato i lavori di manutenzione straordinaria nelle SS.PP. 31-15 e nella SR 25 della Provincia di Ragusa;

E nulla più…

No… in quel periodo viene formalizzato un Contratto d’appalto in A.T.I. Al 50% con un partner iracheno (le tre società del gruppo familiare al 50% dei Sig.ri Basilotta erano la: Incoter Spa, Siciliana Cave Srl e Iudica appalti Srl); l’importo contrattuale è di circa $ 36.000.000 per la realizzazione in “IRAQ” del tratto autostradale Umm Qasr-Al Zubair.

La gestione giudiziaria co-amministrata aveva dato i suoi frutti?

Si potrebbe pensare che in quei due anni e cioè da Maggio 2010 ad Aprile 2012, la gestione coamministrata Stato-Soci al 50% ciascuno, amministrata dal Dott. Gaetano Ambrogio, fosse di per sè positiva, ma quanto conseguirà da quella gestione, dimostrerà una situazione ben diversa, abbiamo visto come i contratti già stipulati furono rescissi (nonostante che allora il Presidente della quarta sezione del Tar di Catania, Biagio Campanella, avesse sospeso il provvedimento della Prefettura etnea emettendo un decreto d’urgenza, dichiarando inoltre che il sequestro preventivo del 50% delle azioni della Incoter Spa, garantivano dal pericolo di infiltrazioni mafiose, e come fosse “doveroso garantire la continuità dell’impresa e la tutela dei numerosi lavoratori, nel bilanciamento dell’interesse pubblico e di quello privato”), escludendo così di fatto alla Società di poterne rientrare in possesso; i lavori furono successivamente affidati ad altre società, che con gli anni si è scoperto essere state anch’esse inquisite…

Inoltre, non è stata data la possibilità di far rientrare nuovamente sia il personale in precedenza licenziato (un indotto costituito da circa 250 dipendenti) e soprattutto, la mancata possibilità di poterne assumere di nuovi.

E per quelli in corso d’esecuzione?

Anche lì un mistero, nel Settembre 2011, l’Amministratore giudiziario ha deciso, senza alcuna motivazione, di abbandonare l’appalto in corso a Palermo (S.I.S. S.C.P.A.), permettendo così ad altre società d’intervenire al nostro posto e di eseguire loro, la nostra parte di lavori…

L’impresa, attraverso mie continue sollecitazioni personali (tra le quali, quella di essermi presentato direttamente presso i loro uffici a Palermo e successivi invii di comunicazioni societarie (siamo in un periodo successivo, quello relativo alla confisca), la stessa S.I.S. S.C.P.A. ci ha fatto pervenire la comunicazione che la nostra posizione contrattuale era stata rivalutata e che avrebbero permesso nuovamente all’impresa di rientrare nei lavori con nuovi contratti d’appalto, a compensazione di quelli purtroppo in precedenza non realizzati…

Il personale di quel cantiere come è stato gestito?

Gli operai al loro rientro, invece di essere tutelati attraverso gli ammortizzatori sociali, quali per esempio “CIG a zero ore”, sono stati direttamente licenziati, senza però che a quest’ultimi, si provvedesse a pagare loro le spettanze ed il relativo Tfr.

In questi anni sono state saldate quelle spettanze?

No, molti di loro dal 2011 sono ancora in attesa di riceverle…

E l’appalto in Iraq?

La società ha realizzato un investimento economico di circa €. 250.000,00 per un intervento che ad oggi non ha realizzato alcun utile, anzi soltanto perdite!

La gestione societaria, nel periodo del sequestro, ha dimostrato sin dall’inizio enormi lacune, sia sotto il profilo di competenze, che sotto l’aspetto della gestione tecnico/amministrativa.

Ovviamente non voglio entrare nei meriti e/o nei rapporti gestionale, che sin dall’inizio avrebbero dovuto essere (soprattutto da parte di quanti fossero in prima persona responsabili), atteggiamenti meno servili e più distaccati, individuando all’interno dell’impresa quei soggetti, che per capacità e professionalità, erano più indicati a svolgere determinati incarichi.

Inoltre, va considerato che l’Amministratore (e quindi il Tribunale che deteneva il 50% della quota sequestrata) era ben a conoscenza che la nostra società non poteva esporsi per un così importante appalto, in quanto esistevano già in quel preciso momento, forti condizioni critiche

Inoltre, sono state rilasciate procure a partner terzi, mai conosciuti prima, senza alcuna garanzia personale e soprattutto senza assicurare la società da eventuali rischi di natura fraudolenta.

Quindi l’operazione Iraq è stata un fallimento?

Certamente, almeno per la società IN.CO.TER. S.P.A. che è quella del gruppo che si è maggiormente esposta economicamente; ritengo comunque che ci siano state altre reali motivazioni, che hanno spinto a voler insistere su quella commessa estera… io comunque un’idea me la sono fatta, ma quella è un’altra storia…

E le altre commesse? Hanno prodotto utili?

Assolutamente no, la gestione di tutte le commesse è stata fallimentare, per di più non si è voluto procedere con quanto richiesto, sia dal sottoscritto che da parte di altri colleghi, preferendo destinare somme ancora a disposizione per l’esecuzione di appalti, che di fatto, hanno amplificato il già ampio buco finanziario, ma soprattutto, quelle azioni volontarie, hanno determinato l’inizio di procedimenti giudiziari e nuove richieste per danno, sia con le PA che con i privati…

Quali sono per Lei i fattori che hanno determinato le maggiori criticità societarie, nel periodo del sequestro, sotto la gestione amministrativa?

Certamente quelli amministrativi, quali per esempio:

– licenziamenti indiscriminati senza l’adozione di regole per come previsto nel C.C.N.L.

– mancate procedure a garanzia di benefici delle procedure Welfare;

– retribuzioni non corrispondenti alle mansioni e agli incarichi aziendali – (dipendenti remunerati negli anni come dirigenti ed altri, con funzioni dirigenziali e/o incarichi diretti di responsabilità, retribuiti come operai;

– privilegi e concessioni varie (autovetture, rifornimenti, cellulari, spese varie) realizzati in maniera arbitraria, principalmente per compiacere i soci di minoranza…

– mancato pagamento delle retribuzioni e dei TFR del personale licenziato (a quasi quattro anni di distanza);

La gestione Stato – Basilotta funzionava?

Vedasi per esempio la mancata partecipazione ad alcuna riunione con il personale oppure il mancato coinvolgimento o consultazione di qualsivoglia aspetto tecnico con i diretti responsabili; nessuna collaborazione con i responsabili della sicurezza, se non prettamente formali; nessuna risoluzione alle problematiche esposte; nessun organigramma e/o suddivisione delle competenza, come la mancata nomina dettagliata dei responsabili;

Ancor più grave, il comportamento dell’Amministratore, che non ha protetto le informazioni dichiarate dal personale dipendente, su fatti e circostanze, che sarebbero dovute restare nell’ambito di rapporti confidenziali e che, invece, sono stati portati a conoscenza degli interessati, con ripercussioni anche personali, su quanti avevano collaborato nell’informare dei problemi sorti.

Che rapporti aveva l’amministratore giudiziario con i Basilotta?

In più di una circostanza ho visto l’Amministratore “nominato” passeggiare con i soci, più che discutere con i propri responsabili, durante le “rare” visite in cantiere; era come se fosse in villeggiatura – ovviamente nulla da eccepire, ma nel momento in cui lo ”Stato“ interviene in misura preventiva con un sequestro, trasformato poi successivamente in confisca, credo che – almeno per le sopracitate motivazioni – certi comportamenti andrebbero omessi e non palesemente manifestati, anzi aggiungerei che sono “inopportuni” e rientrano in quei gesti di confidenza, che meglio si addicono a veri e propri amici…

Inoltre, nei periodi festivi, Natale e/o Pasqua, invece di provvedere ad acquistare qualche panettone o colomba – sacrificando se ce ne fosse stato bisogno anche il proprio ampio onorario – vista l’esigua spesa di poche centinaia di euro -, ho assistito personalmente, a come abbia beneficiato di regalie personali offerte dai soci di minoranza e/o interdetti.

A quasi tutte le riunioni dei soci hanno partecipato soggetti che non avevano alcun titolo, ma ancor peggio, in quanto alcuni di loro erano interdetti, poiché persone interessate del provvedimenti di sequestro.

Inoltre in quasi tutte le relazioni svolte (senza i relativi tecnici incaricati), le discussioni non tenevano conto della reale situazione economica e/o operativa, ma si basavano su virtuali programmazioni che nulla centravano con reali problematiche da affrontarsi.

Durante la gestione dell’Amministratore nominato, non sono state evidenziati, nè dai Soci ed ancor peggio dai revisori contabili, le sanzioni amministrative rilevate dalla G.d.F., che di fatto, non sono state evidenziate durante la redazione dei Bilanci, come inoltre, sono state poste in Bilancio rimanenze, senza alcun titolo per lavori eseguiti e/o forniture effettuate senza mai alcun contratto, senza l’apertura del cantiere presso gli enti previdenziali ed assistenziali, senza alcuna dichiarazione presso la Cassa Edile.

Sono stati stipulati contratti d’affitto quali per esempio l’ufficio della Sede Legale di Corso Sicilia n. 40, con la Società Fratelli Immobiliare S.r.l (sempre dei Sig,ri Basilotta) per €. 6.000,00 – si tenga conto che in quel momento, lo stesso G. Ambrogio (Amministratore Unico della Incoter Spa) era anche il rappresentante legale della Fratelli Immobilare Srl- ed ha operato la scelta di definire un contratto d’affitto ad un prezzo, certamente fuori mercato (e a differenza della perizia giurata ricevuta a mezzo email, da parte di un Ing. di Belpasso, nella quale si riteneva congruo il corrispettivo di €.2.800,00/mese); ciò ha comportato per la IN.CO.TER. S.P.A. maggiori oneri con un aggravio del costi per circa il 75% che in tre anni, ha creato per la Società IN.CO.TER. S.P.A. un debito ulteriore d’affitto con un maggiore onere di circa €. 150.000,00.

Ancor più grave è non aver rinnovato la caparra per vincolo di acquisto data dalla Società IN.CO.TER. S.P.A. a beneficio della F.lli Immobiliare S.r.l. (appartenente allo stesso gruppo e sottoposta anch’essa a confisca del 100%) per circa €. 450.000,00 data per l’acquisto di un immobile sito nel comune di Scordia; vincolo d’acquisto non più esercitabile, poiché l’Amministratore, che era paradossalmente lo stesso nelle entrambe società, non l’ha rinnovata, causando la cessazione del vincolo stesso e la perdita della somma posta a garanzia.

Altresì, proprio la Società IN.CO.TER S.P.A. vantava un credito iscritto al Bilancio nei confronti della F.lli Immobiliare S.r.l. per circa €. 360.000,00 che Ambrogio (mi dispiace dovermi ripetere, ma egli era sempre l’Amministratore di entrambe le società) non si è mai preoccupato di richiedere o predisporre azioni di recupero o anche di compensare quel credito con l’eventuale “esoso” affitto.

Lo Stato può vincere la battaglia contro la mafia attraverso le confische?

Sento dire ovunque che “la Mafia va sconfitta attraverso un’attenta gestione dei beni confiscati“, ma quando tale gestione viene affidata a persone inadeguate a quell’incarico assegnato e soprattutto “deboli”, intuisce come la fine di queste imprese sia, ancor prima d’iniziare, un risultato assodato.

Vede, la capacità di quest’ultimi, dovrebbe essere quella di gestire le commesse in corso, decidendo in modo celere quali decisioni operative e finanziarie possano permettere alla stessa la continuità aziendale ed in particolare la salvaguardia dei posti di lavoro.

Si tratta cioè di dover compiere quegli interventi necessari, affinché si possa proseguire nell’attività e non certo quello di prolungare a tempo indeterminato il proprio mandato e far di conseguenza lievitare i propri compensi.

Lo Stato deve dimostrare di sapere “potare” i rami secchi e di dare quella spinta vigorosa che, attraverso i propri uomini e con il sostegno dei cittadini onesti, può condurre in pari modo ad eliminare definitivamente quell’infame giudizio, tanto ripetuto qui da noi in Sicilia che “solo grazie alla mafia si può lavorare…”.

Ritengo sia fondamentale selezionare amministratori che, in quanto tali, abbiano dimostrato di possedere non solo proprie abilità professionali, ma soprattutto di possedere quelle capacità intuitive in grado di manifestare quell’acume nel saper andare “oltre”, di essere cioè capaci d’individuare sin da subito, quali azioni “fuorvianti“ si stanno compiendo dietro le loro spalle.

Quando si trattano certi argomenti, sarebbe importante da parte del Tribunale conoscere non solo quanto viene riportato dai propri collaboratori, ma valutare se nel contempo quegli stessi uomini, stanno realizzando quanto dichiarano e se con le loro azioni, stanno concretamente salvaguardando quei dipendenti onesti con cui certamente avrebbero dovuto collaborare.

 


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